Cosa mangiare quando si ha infiammazione dopo i 40 anni

Cosa devo mangiare quando si ha infiammazione dopo i 40 anni?

Innanzitutto piuttosto che parlare di dieta anti infiammatoria ha più senso parlare di stile di vita anti infiammatorio, che va grazie a sacrificio e dedizione verso un regime alimentare anti infiammatorio. 

Questo porterà beneficio al tuo tono muscolare riducendo la massa grassa senza pensare alle calorie.

Il corpo con gli anni tende ad un’infiammazione cronica di basso grado.

Cosa può causare un’infiammazione?

Tende a produrre un anti infiammatorio potentissimo naturale, ovvero il cortisolo (l’ormone dello stress) che quando è prodotto in eccesso ci porta ad aumentare il grasso bianco, quello di deposito profondo e a ridurre il tono muscolare.

La leptino resistenza è uno dei motivi per il quale hai sempre fame e sei fortemente infiammata. La leptina prodotta dal grasso bianco di deposito, quando immagazzinano troppe riserve, aumenta. 

Ci blocca la fame e aumenta il metabolismo in una situazione di normalità.

L’infiammazione cronica sistemica ci porta a leptina resistenza.

Cosa succede?

Succede che continuiamo a mangiare senza un domani, cortisolo alto ad ogni ora, pochi muscoli, tanto grasso e fame, fame, sempre più fame.

cortisolo

Il cortisolo cronicamente alto tra l’altro rallenta l’azione della tiroide, converte il t3 in ReverseT3. 

La tiroide regola il metabolismo, è il motore che ossigena il mitocondrio cellulare, e se funziona male hai meno energia, più pigrizia, e voglia di non fare nulla.

Cosa causa l’infiammazione cronica?

Se la tiroide funziona male hai la tendenza ad ingrassare, diventare apatica durante la giornata, e continui a mangiare in modo smisurato.

Passi più ore seduto a mangiare schifezze, insomma..c’è qualcosa che non va nella biochimica!

Inoltre il cortisolo alto ti porta alla riduzione del glucagone, l’antagonista dell’insulina.

Quindi non utilizzi cellule grasse per produrre energia.

Riserve di grasso che aumentano, muscoli che diminuiscono.

Tutto sostenuto da oscillazione continue di insulina e glucagone.

Insulina che aiuta l’infiammazione e che viene contro bilanciata da nuova produzione di cortisolo.

Chiaro, no? Tutto quanto collegato!

Stile di vita anti infiammatorio, riduzione dell’infiammazione cronica silente e così miglioriamo con un effetto domino le problematiche metaboliche.

Più attiva, più agile e hai energia da vendere.

Ma da dove arriva l’infiammazione quindi?

Dall’alimentazione acidificante e sregolata!

Quella con alimenti che determinano oscillazione violenta a livello endocrino di tutti gli ormoni dei quali ti ho parlato, che creano infiammazione, che muovono la glicemia nel sangue, che sono gli alimenti acidi, industriali, che sostengono l’acidosi sistemica. 

Il glutine

Il glutine è un complesso alimentare costituito principalmente da proteine

Si tratta di un composto peptidico tipicamente contenuto in alcuni cereali, soprattutto nel grano o frumento e simili (spelta, farro, triticale, kamut), ma anche nella segale, nell’orzo e spesso nell’avena.

Il glutine va mangiato nelle giuste concentrazioni, se mangio cibi troppo ricchi di glutine, è la fine.

L’eccesso, se non hai patologie, ti porterà velocemente nell’oblio dell’infiammazione sistemica.

glutine

Lo zucchero

Lo zucchero non è un alimento necessario, non contiene vitamine e sali minerali. 

Sul glutine non dobbiamo essere talebani, se non siamo celiaci e lo inseriamo con quantità corrette è assolutamente concesso.

Il 75% della popolazione è intollerante al lattosio, anch’esso è particolarmente infiammatorio. Occhio alle caseine, alla soia (la fermentata va bene), la carne rossa conservata (cancerogena e che provoca se in eccesso tumori al colon), gli affettati, le solanacee, il pomodoro, melanzane, patate, peperoni. Tutti alimenti che possono portare infiammazione alla mucosa intestinale.

Se mangio il cornetto faccio oscillare la glicemia, e poi arriva lo stato di allarme momentaneo di ipoglicemia che porta subito fame e via di cortisolo che sale.. e il nostro corpo a quel punto preferisce usare come energia amminoacidi, proteine e non i grassi. Maledetto.

E i problemi si manifesteranno negli anni, nel tempo, con patologie.

Lo stress

La medicina anti aging oggi parla di pnei, psiconeuroendocrinoimmunologia.

Lo stress cronico va a sostenere l’infiammazione psicosomatica e attiva focolai infiammatori.

Cosa devo mangiare quando si ha infiammazione dopo i 40 anni?

donna mangia frutta e insalata

Stile di vita e alimentazione anti infiammatoria

La verdura cruda su tutto, o cotta con le cotture giuste, si gestisce con lo sport, camminate con panorami attorno mozzafiato, stando all aria aperta aumentano le β-endorfine, aumenta la serotonina, riduco il cortisolo, la respirazione, lo yoga, i fiori di bach, la melissa, la camomilla, la gemmoterapia del tiglio. La disbiosi, ovvero l’alterazione del microbiota, è sostenuta dall’infiammazione e sostenuta dallo stress emotivo.

Si è visto che i batteri potenzialmente patogeni aumentano i liposaccaridi che viaggiano a livello sistemico e stimolano l’infiammazione.

L’accumulo di tossine e metalli pesanti, che sono acidi e deleteri per tutti i nostri processi vitali energetici, sono un altro elemento cardine da tenere in considerazione.

L’importanza della depurazione

Fondamentale fare ogni tanto due giorni di depurazione con riattivazione del metabolismo: frullati di verdure, passati, acqua e masticare lentamente.

L’utilizzo di farmaci cronicamente, la carenza di vitamina d, che lavora come un ormone manda il sistema immunitario in tilt e predispone a patologie autoimmuni, tumori, etc.

La disidratazione cellulare: se manca acqua aumenta il cortisolo e lo stress ossidativo.

Solo con la dieta non puoi ridurre l’infiammazione: devi fare movimento, imparare a gestire le emozioni e cambiare modo di mangiare.

La salute è equilibrio, è questione di omeostasi biochimica e biologica.

Va risolto il problema del blocco metabolico.

Alimenti pro-infiammatori 

  • Cibi ad alta densità calorica (ricchi di grassi), ad alto indice glicemico ed insulinemico; 
  • cereali per la prima colazione ricchi di zuccheri,
  • farine raffinate (tipo 0 e 00) ad alto indice glicemico contenenti glutine; 
  • carnirosse, ma anche bianche se provenienti da allevamenti intensivi, carni lavorate/processate (salumi, insaccati, hot-dog, wurstel)
  • carni conservate ricche di grassi saturi e acido arachidonico, con attività acidificante per l’organismo, e addizionate di nitriti e nitrati; 
  • cibi cotti ad alte temperature (fritti, grigliati, cotti alla brace) che determinano la formazione di lipoperossidi, ammine cancerogene, radicali liberi; 
  • cibi precotti o elaborati industrialmente con additivi e conservanti; cibi industriali ricchi di acrilamide (patatine fritte in busta, crackers); 
  • tuorlo d’uovo ricco di acidi grassi insaturi, acidi grassi saturi, acido arachidonico, colesterolo; 
  • latte vaccino e latticini provenienti da animali allevati in allevamenti intensivi, formaggi stagionati ricchi di grassi saturi; 
  • burro, oli vegetali ad alto contenuto in acidi grassi omega-6 (olio di mais, di girasole, altri oli vegetali), oli cotti (ad es. fritti e soffritti), margarine; 
  • alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi idrogenati: prodotti da forno (pane industriale, pancarrè, crakers, biscotti) e da pasticceria commerciale, patatine fritte preconfezionate, snack salati, piatti precotti che sono causa di ipercolesterolemia; 
  • sale in eccesso; 
  • vegetali appartenenti alla famiglia delle Solanacee (pomodori, melanzane, peperoni, patate) ricchi di poliammine che sono indispensabili per la proliferazione cellulare e ad alto indice glicemico (patate), ed alimenti ricchi di istamina (pomodori, conserve, ketchup, pesce in scatola, crostacei);
  • vino ad alta gradazione in quantità eccessive e assunto prima e al di fuori dei pasti; alcol/superalcolici; 
  • zuccheri sia bianco che di canna, glucosio dolci e dolciumi industriali; 
  • bibite e bevande gassate e zuccherate, bevande “zero”, succhi di frutta industriali, bevande dolcificate con dolcificanti artificiali; 
  • cibi inquinati da pesticidi e da metalli pesanti.

ll regime alimentare antinfiammatorio, se è seguito in modo corretto, è un modello in grado di prevenire e/o contrastare lo stato infiammatorio cronico dell’organismo. 

Il rischio legato ad uno stile di vita e ad una alimentazione disordinata risulta modificabile osservando il timing dei pasti (il consumo dei cibi in un tempo limitato migliora l’infiammazione metabolica), consumando alimenti a più basso indice glicemico ed insulinemico, migliorando il rapporto fra acidi grassi omega-6 e omega-3, evitando i cibi che contengono acidi grassi idrogenati, e praticando attività fisica quotidiana di intensità moderata.

Stile dietetico anti infiammatorio

  • consumo saltuario e moderato, o eliminazione dal pattern alimentare di cibi e bevande che favoriscono l’infiammazione ed in particolare di cibi industriali; 
  • regolare consumo di alimenti ricchi di polifenoli con attività antinfiammatoria e antiossidante; 
  • consumo giornaliero di cereali integrali, anche in chicchi, e di varietà antiche di grano; 
  • consumo giornaliero e variato di vegetali freschi di stagione, a filiera corta, crudi o cotti al vapore in modo da poter acquisire in misura maggiore i nutrienti necessari; 
  • consumo regolare di legumi durante la settimana (almeno 3 porzioni); 
  • moderato consumo giornaliero di frutta fresca di stagione di colore diverso (regola dei 5 colori); 
  • consumo di pesce azzurro ricco di acidi grassi omega-3; consumo di frutta a guscio e semi oleosi; 
  • impiego di olio extravergine di oliva (e.v.o.), erbe aromatiche e spezie variare gli alimenti ed i macronutrienti (carboidrati, lipidi, proteine vegetali e animali) durante la giornata alimentare e nel corso della settimana adattando gli stessi alle esigenze lavorative e all’attività motoria; 
  • ridurre l’introito calorico giornaliero totale (dieta moderatamente ipocalorica) e adottare brevi periodi di digiuno concentrando i pasti in un numero ridotto di ore e rimanendo digiuni per un tempo più lungo. 
  • semplicità delle preparazioni culinarie (cibo poco elaborato), equilibrio e moderazione dei pasti; convivialità.

(Nel paziente oncologico il digiuno se non è effettuato correttamente può determinare la perdita di massa magra). 

Un esempio di dieta anti infiammatoria settimanale

Verdure fresche di stagione crude o cotte: 3-4 volte al giorno 

Frutta fresca di stagione: 1-2 volte al giorno, non a fine pasto o dopo cena 

Frutta in guscio e Semi oleosi: a colazione e/o come snack fuori dai pasti 

Cereali integrali 1-2 volte al giorno 

Legumi: 3-4 volte alla settimana 

Uova biologiche (codice 0) : 2-3 volte alla settimana 

Pesce azzurro o ricco di acidi grassi Omega-3: 2-3 volte alla settimana 

Latte e Latticini: consumo ridotto (evitare nei malati oncologici) 

Carne bianca: consumo moderato (2 volte alla settimana) 

Carne rossa: consumo saltuario 

Dolci, Dolciumi: consumo saltuario; 

Cioccolato fondente 20 g ogni due giorni 

Condimenti: consumo giornaliero di olio e.v.o, limone, aglio, cipolla, spezie, erbe, acqua, vino rosso a bassa gradazione, Tè verde.

Di certo il regime va personalizzato in base alle esigenze, al biotipo ed allo stile di vita in modo da iniziare un percorso di rinascita più veloce che ti disintossica rapidamente. 

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Dr. Davide Teggi

Chinesiologo clinico – health coach anti aging

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