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Gli assi ormonali che dipendono da quello che mettiamo in tavola comprendono quello che riguarda l’ipotalamo, l’ipofisi, le ghiandole surrenali e la nostra tiroide.
Quando vi è l’insorgenza silenziosa di una patologia tiroidea quasi automaticamente questa si associa a fatica precoce, stato di affaticamento e stanchezza cronica.
Per non parlare del calo energetico, la perdita di voglia di fare, l’aumento della sensibilità emotiva e l’incredibile aumento del numero degli sbalzi d’umore.
Questo avviene perchè con un calo della vitalità tiroidea si associa un calo dell’azione delle ghiandole surrenali, che producono ormoni dello stress.
Qui chiaramente sto parlando dello “stress buono”, quello che ci aiuta soprattutto la mattina ad avere tanta energia.
Le ghiandole surrenali ricevono segnali dall’ipotalamo, il vero direttore d’orchestra, che stimola l’ipofisi che a sua volta stimola i suddetti organi endocrini a secernere ormoni che attivano il nostro metabolismo generale.
Quando c’è in corso una disfunzione tiroidea, dove questa è “rallentata” per via di un segnale indotto dall’asse ipotalamo, ipofisi, tiroide, vi è una concomitante brusca frenata e disfuzione a carico delle ghiandole surrenali.
Questo rallentamento generale serve in teoria al nostro corpo per evitare lo spreco di energia quando c’è una carenza cronica di introito di nutrienti.
L’azione ormonale di questi assi fa sì che si creino pensieri paralleli che demotivino l’organismo a muoversi, lo appiattiscano in senso figurativo e lo rendano passivo alla vita quotidiana.
Il segnale è chiaro: c’è poco cibo, l’ipotalamo crea una disfunzionalità ragionata dove attiva dei meccanismi di difesa.
Ne parlo in tanti articoli dedicati alle disfunzioni tiroidee dell’importanza di un alimentazione normocalorico che induca l’asse tiroideo verso il segnale dell’abbondanza, piuttosto che della carestia.
C’è cibo, frustino sulla tiroide e aumento i consumi sotto forma di calore.
Non c’è cibo? Bene, mi metto in standby per risparmiare il più possibile calorie, e metterle via come scorta di ATP da tenere li per i momenti più difficili.
Questo meccanismo di difesa indotto da una malnutrizione, oltre a portarsi dietro tutta una sintomatologia e dei segni clinici evidenti, porta velocemente alla depressione e alla tristezza.
E cosa fa a quel punto il medico tradizionale? Pastiglietta e via.
“signora, prenda 20 gocce per 2 mesi e vediamo come va…”
Ma come va cosa? Invece di risolvere il problema all’origine, tappa il sintomo con il farmaco.
Gli eventi che portano alla depressione li viviamo tutti, dai lutti alle cattive notizie, ai momenti di apatia fino ai periodi difficili. La differenza la fa il modo con il quale reagiamo ad essi.
La depressione viene definita quasi sempre in associazione a condizioni di mancanza d’appetito, difficoltà ad addormentarsi o risvegli notturni che non ti fanno più addormentare, pensieri costantemente negativi e nefasti.
Ho visto molto spesso, durante i primi incontri dei nostri percorsi di rinascita dedicati a chi soffre di disfunzione tiroidea, persone in preda alla disperazione assoluta perchè il medico, oltre alla pastiglietta per la tiroide, aveva dato loro un bell’antidepressivo etichettando la persona come “depressa”.
Praticamente curiamo farmacologicamente una fetta enorme di persone normali, spendendo un’enormità di soldi per il sistema sanitario, e lasciamo poco spazio così a chi è malato davvero.
Il nostro corpo, a livello metabolico-ormonale, ha un meccanismo di protezione incredibile tra il mondo esterno e quello interno che è sub regolato da ormoni che regolano l’appetito.
In particolare esiste un ormone scoperto nel 1994 e prodotto dal tessuto adiposo chiamato leptina che stimola il nostro ipotalamo a regolare tutti gli assi metabolici del corpo umano.
Nello specifico ti sto dicendo che regola non solo la comunicazione con la nostra tiroide, ma anche quella con le ghiandole surrenali, con gli organi sessuali, con il sistema immunitario e con il sistema muscolare e osseo.
Se con l’introito giornaliero soddisfiamo tutto quello che è richiesto, il nostro corpo eviterà di accumulare sotto forma di tessuto adiposo quello che mangiamo, ci darà energia attivante, stimolerà la produzione di tessuto muscolare, il rinnovamento osseo, e darà la possibilità a chi lo desidera di avere un figlio e di iniziare la gravidanza.
Se avviene il contrario, rallenta tutta la macchina.
Cosa si porta dietro questo fenomeno?
Stati d’ansia, irrequietezza e soprattutto depressione cronica.
E allora seguire una dieta normocalorica è assolutamente fondamentale per gettare benzina sul fuoco e mantenere il nostro metabolismo al massimo.
Se riduco cronicamente le calorie, perchè voglio dimagrire o qualsivoglia motivo, nel tempo tutto si ferma e arriveranno le disfunzioni tiroidee e surrenaliche delle quali ti sto parlando.
A tal proposito, nei nostri articoli e nel nostro podcast, che trovi qui >>ASCOLTA IL NOSTRO PODCAST , parlo spesso di crononutrizione.
La cronobiologia e la crononutrizione hanno da sempre distinto la nostra salute, ovvero l’importanza di seguire una circadianità negli atteggiamenti e nella ricerca dell’equilbrio alimentare.
La colazione del mattino, come spiego sempre nei corsi che tengo in Accademia e nei nostri percorsi, è un punto chiave nelle condizione di ipotiroidismo e ipertiroidismo.
Ci sono tanti studi scientifici che hanno evidenziato come, a parità di introito calorico giornaliero, chi fa colazione rispetto a chi non la fa riesci a dimagrire di più oltre a dare una scossa metabolica sistemica non indifferente.
Aumentano praticamente tutti i consumi annessi allo stato vegetativo dei vari organi, dai più piccoli ai più grandi.
Non solo: mangiare alimenti naturali senza conservanti, edulcoranti e roba simile evita l’effetto negativo di questi con la loro azione che si sostituisce a quella dei nostri ormoni.
Nei nostri percorsi di rinascita dedicati alle disfunzioni tiroidee, ai quali puoi accedere al link qui sotto, spieghiamo per filo e per segno quali sono le fonti alimentari dalle quali attingere per rimanere e ritrovare la salute velocemente.
Le strategie nutrizionali atte a prevenire e ridurre l’insorgenza di depressione, come avrai ben capito estremamente correlate alla disfunzione tiroidea, prevede un attenzione particolare all’equilibrio nervoso che passa anche da una buona educazione a tavola rispettando in primis noi stessi.
La velocità con la quale consumiamo i pasti, l’approvvigionamento solo in momenti dove ci siamo rilassati con una serie di respirazioni particolari sono solo alcuni degli elementi che costruiscono il puzzle della nostra serenità.
Non sto parlando di dieta o alimentazione e basta, ma di una vera e propria terapia curativa e riabilitante.
La medicina tradizionale non fa altro che curare la depressione indotta da tiroidismo con farmaci, senza arrivare a curare a monte il problema.
A me sinceramente la depressione la fa venire proprio questo approccio.
L’intervento sullo stile di vita è la radice sulla quale si appoggiano i pilastri dei nostri percorsi di rinascita che possano trattare la disfunzione tiroidea nel suo o nei suoi problemi che ci sono all’origine e che hanno portato il corpo a “difendersi” così.
Quando le ghiandole surrenali sono affaticate l’azione repentina da fare è a monte, a livello ipotalamico modulando appunto l’azione leptinica.
Questo significa evitare la sostituzione dell’ormone tiroideo con uno esogeno dato dal farmaco, ma ripristinare gli equilibri e la capacità di rispondere in modo perfetto agli stimoli che vengono dati.
Da una parte andiamo a guarire il problema, anziché curare con il farmaco provocando dipendenza a vita.
Ora stai capendo finalmente il grande fallimento della medicina tradizionale e l’approccio invece della medicina anti aging, con l’intervento e il ripristino degli assi ormonali legati alle ghiandole surrenali e alla tiroide correlate alla depressione.
La famosa ormai stanchezza surrenali viene proprio da una carestia di produzione di cortisolo delle stesse che ci fa calare la vitalità, la forza, l’energia e la voglia di fare.
Un’insufficiente produzione degli ormoni troidei anche, rallentando persino le nostre gesta, facendoci perdere capelli, sonno e portandoci velocemente alla depressione.
Ecco dove andiamo ad agire, alla radice, mettendo a posto ove necessario l’alimentazione, l’esercizio fisico, i momenti dove necessitiamo di staccare, riposare, respirare e lavorare sulle abitudini positive sradicando quelle negative.
E’ assolutamente inutile pensare di risolvere una condizione clinica di questo tipo con un farmaco, se prima non agiamo sul problema di base. La nostra tiroide che reagisce ad un’iperattività indotta dal fatto che ci alimentiamo male, rallentando il circuito di comunicazione metabolica e portandoci rapidamente ad una depressione e allo sconforto più totale.
Ecco che la comunicazione ormonale che parte dal nostro tessuto adiposo e dall’ormone leptina, può portarci velocemente all’equilibrio e alla salute ormonale riportando vigore alla tiroide e alle ghiandole surrenaliche.
Questo non esclude l’intervento e la terapia psicologica, anzi. La collaborazione è l’arma in più della medicina funzionale, che affiancherà un corretto e personalizzato stile di vita al lavoro degli altri operatori sanitari. Infatti le carenze micronutrizionali indotte dalla biochimica malata indotta da un malassorbimento dei nutrienti, affiancata ad un lavoro terapico sul comportamento sono un assioma forte.
Fisicità e psiche viaggiano a bracciate, ma il segnale corretto da ripristinare deve seguire la stessa autostrada. Quella della salute.
Pertanto ipotiroidismo non curati all’origine per tanto tempo possono portare a gravi depressioni che, concomitanti ad eventi forti, stressogeni, ansiogeni e scioccanti, bloccano e rallentano ancora di più l’attività della nostra tiroide e delle ghiandole surrenali.
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dr . Davide Teggi
co-fondatore Fitness 40+
Esperto in dismetabolismi – docente formatore AIF
Chinesiologo – Magistrale in Nutrizione Umana
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