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In questo articolo approfondiremo l’argomento dell’osteoporosi post-menopausa, parleremo dei fattori di rischio, della diagnosi e come trattarla senza farmaci.
L’osteoporosi post-menopausa è una patologia che colpisce molte donne a partire dalla menopausa. La riduzione della densità ossea, che si verifica soprattutto durante questo periodo, può portare a fratture ossee potenzialmente gravi.
Gli ormoni che svolgono un ruolo chiave nella salute delle ossa sono gli estrogeni, il progesterone, il testosterone e l’ormone della crescita. Gli estrogeni, prodotti principalmente dalle ovaie nelle donne e in quantità minori negli uomini, svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi ossea. Stimolano l’attività degli osteoblasti, le cellule responsabili della formazione dell’osso, e inibiscono l’attività degli osteoclasti, le cellule coinvolte nella demolizione dell’osso. Gli estrogeni promuovono la mineralizzazione ossea e riducono il riassorbimento osseo, garantendo così la solidità e la densità delle ossa.
Durante la menopausa, si verifica una significativa produzione di estrogeni a causa della cessazione dell’attività ovarica. Questa carenza ormonale provoca una serie di cambiamenti biochimici che portano alla perdita di massa ossea. Gli osteoclasti diventano più attivi rispetto agli osteoblasti, aumentando il riassorbimento osseo e superando la formazione ossea. Questo squilibrio crea un deficit nella deposizione di calcio e altri minerali, rendendo le ossa più fragili e suscettibili alle fratture.
Il meccanismo biochimico principale che spiega la scoperta dell’effetto protettivo degli estrogeni sull’osso durante la menopausa è la scoperta dell’attività degli osteoblasti. Gli estrogeni stimolano direttamente gli osteoblasti attraverso specifici recettori presenti su queste cellule, aumentando la sintesi di proteine e la deposizione di calcio nelle ossa. Comunque con la funzionalità degli estrogeni, la capacità degli osteoblasti di formare nuovo tessuto osseo si riduce. Allo stesso tempo, gli osteoclasti continuano a demolire l’osso a un tasso più elevato, aggravando la perdita di massa ossea.
Inoltre, gli estrogeni hanno un effetto protettivo sul sistema immunitario osseo, riducendo l’infiammazione e la produzione di citochine pro-infiammatorie. La carenza di estrogeni durante la menopausa può aumentare la perdita ossea, compromettendo ulteriormente gli equilibri. Questo meccanismo biochimico è responsabile dell’aumento del rischio di osteoporosi e fratture nelle donne in menopausa.
I fattori di rischio non modificabili dell’osteoporosi menopausa sono quei fattori che non possono essere cambiati o influenzati, come l’età, il sesso e la predisposizione genetica. Questi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare l’osteoporosi a causa di meccanismi specifici che alterano il metabolismo osseo.
L’invecchiamento è un fattore di rischio principale per l’osteoporosi. Con l’avanzamento dell’età nella donna, si verifica una ridotta capacità naturale della densità ossea e una ridotta capacità di rigenerazione ossea. Ciò può portare a una progressiva perdita di massa ossea e ad un aumento del rischio di fratture. Le donne sono maggiormente colpite dall’osteoporosi rispetto agli uomini e questo è principalmente dovuto appunto al decadimento ormonale degli estrogeni durante la menopausa. Esistono evidenze che suggeriscono una componente genetica nell’osteoporosi. Alcuni geni possono influenzare la capacità del corpo di formare e mantenere l’osso sano. Ad esempio, alcune varianti genetiche possono influenzare la produzione e l’assorbimento di vitamina D e calcio, dell’attività degli osteoblasti e degli osteoclasti, le cellule coinvolte nella formazione e nel riassorbimento osseo.
Anche avere parenti di primo grado, la mamma soprattutto con una storia di fratture da fragilità può aumentare il rischio individuale di sviluppare l’osteoporosi. È importante ricordare che questi fattori di rischio non modificabili non determinano in modo definitivo lo sviluppo dell’osteoporosi, ma estendono la probabilità di svilupparla.
I fattori di rischio modificabili dell’osteoporosi post menopausa sono quelli che possono essere influenzati e gestiti attraverso interventi e modifiche dello stile di vita. Questi fattori possono influenzare il metabolismo osseo attraverso meccanismi specifici.
L’ alimentazione è uno dei fattori più importanti che incidono sulla nostra salute. Una dieta povera di calcio, sali minerali e vitamina D può influire negativamente sulla salute delle ossa. Il calcio è essenziale per la formazione ossea, mentre la vitamina D favorisce l’assorbimento del calcio nell’organismo. La carenza di questi nutrienti può compromettere la mineralizzazione ossea e aumentare il rischio di osteoporosi. L’abuso di alcol e il fumo di sigaretta possono influire sul metabolismo osseo in diversi modi. L’alcol può interferire con l’assorbimento del calcio, interferire con la formazione ossea e aumentare il rischio di cadute e fratture. Inoltre, può anche interferire con la funzione degli osteoblasti e degli osteoclasti, le cellule coinvolte nel metabolismo osseo. I componenti tossici presenti nel fumo di tabacco possono danneggiare le cellule coinvolte nella formazione ossea e aumentare l’attività degli osteoclasti attraverso un aumento dello stress ossidativo e portando a una perdita di massa ossea più rapida.
L’ assenza di esercizio fisico regolare mirato sulla propria costituzione può contribuire all’insorgenza osteoporosi. L’attività fisica, in particolare quella che coinvolge l’esercizio di resistenza e il carico sulle ossa, stimola la formazione ossea e la sua resistenza. La mancanza di esercizio fisico con carico può portare a una caratteristica dell’attività degli osteoblasti e aumentare il riassorbimento osseo. I nostri percorsi in questo caso possono aiutarti.
L’uso a lungo termine di corticosteroidi può influenzare negativamente il metabolismo osseo. Questi farmaci possono ridurre l’attività degli osteoblasti e aumentare l’attività degli osteoclasti, portando a una perdita di massa ossea.
Anche un eccesso o un ridotto peso corporeo può essere un fattore di rischio per l’osteoporosi. La presenza di tessuto adiposo può svolgere un ruolo protettivo sulle ossa, ma se troppo può intrappolare anche molecole tossiche per il nostro corpo. Le donne con un peso corporeo troppo basso tendono una minore densità ossea e un maggior rischio di sviluppare l’osteoporosi.
La diagnosi dell’osteoporosi post-menopausa viene effettuata attraverso diversi metodi di valutazione della densità ossea e dell’analisi del rischio di frattura. Questi metodi consentono di identificare la presenza e la gravità dell’osteoporosi e di valutare il rischio individuale di frattura. La densitometria ossea solitamente effettuata tramite una scansione con tecnologia DXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry), misura la densità minerale ossea (DMO) in regioni specifiche del corpo, solitamente la colonna vertebrale, l’anca o l’avambraccio . La DMO è un indicatore della solidità e della salute delle ossa. La densitometria ossea confronta i risultati ottenuti con una media di riferimento per la popolazione sana in base all’età e al sesso, fornendo una misura del punteggio T che indica se la densità ossea è normale, osteopenica (bassa) o osteoporotica.
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Nella maggior parte dei casi, l’osteoporosi è una patologia silente, che non presenta sintomi evidenti fino a quando non si verifica una frattura ossea. Ci sono comunque alcuni segni che possono far sospettare e che possono essere associati all’osteoporosi come per esempio la perdita di altezza, una postura incurvata, una situazione di magrezza evidente e la debolezza generalizzata.
Le opzioni di trattamento per l’osteoporosi post-menopausa dipendono dalla gravità della patologia e dal rischio di fratture ossee. Alcune delle possibili opzioni di trattamento includono terapie farmacologiche come bifosfonati, farmaci anabolici e agenti selettivi per i recettori degli estrogeni, nonché l’adozione di uno stile di vita sano che preveda una dieta ricca di calcio e vitamina D, l’esercizio fisico regolare e l’evitare il fumo e l’alcol.
L’esercizio fisico regolare può essere utile per prevenire l’osteoporosi post-menopausale e preservare la salute delle ossa. Attività fisica con esercizi muscolari personalizzati alla propria condizione è di vitale importanza per favorire l’aumento di massa ossea. Possono bastare 2 sessioni di 30 minuti alla settimana. Lo sanno bene le persone che seguono i nostri percorsi e che sono riuscite a migliorare la MOC a distanza di tempo attraverso un intervento sullo stile di vita.
L’osteoporosi post-menopausa è una patologia comune che colpisce molte donne dopo la menopausa ma attraverso un trattamento preventivo e tempestivo con l’esercizio fisico adatto e ritagliato su misura e l’alimentazione bilanciata è possibile rallentare la perdita di tessuto e addirittura in alcuni casi aumentarne la massa ossea.
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