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Dai carboidrati alle tisane detox, esaminiamo oggi cosa dicono gli studi e gli esperti della salute distinguendo le mode, la realtà e il marketing che vi sta dietro ai rimedi magici.
Una ricerca del 2018 ha messo in evidenza come siano 17 milioni gli italiani desiderosi di perdere peso. Ma quando ci provano, si trovano di fronte a tante proposte di dimagrimento veloce che solo in America ha un giro d’affari di circa 72 miliardi di dollari.
Diffidare di alcune delle promesse che ci vengono fatte (che a dir la verità a volte sembrano un po’ troppo belle per essere vere), deve mettere in guardia chiunque quando gli vengono proposte azioni senza un minimo di fondamento scientifico.
Per chi non mi conoscesse, io sono il dottor Davide Teggi, chinesiologo con laurea magistrale in nutrizione umana, esperto nel trattamento naturale con lo stile di vita di dismetabolismi.
E’ giunta l’ora forse di vedere qual è la realtà differente dall’immaginazione frutto del business del mercato benessere, per scoprire insieme cosa aiuta davvero le persone dopo i 50 anni a perdere peso.
In realtà non è così. Mentre una barretta di cioccolato da 100 kcal e una mela da 100 kcal contengono lo stesso potenziale energetico, i segnali dati dall’effetto della qualità degli alimenti tende ad indirizzare la nostra capacità metabolica e l’efficienza mitocondriale cellulare. I micronutrienti sono degli acceleratori di reazioni biochimiche nel nostro corpo, compreso il potere di segnalatori genici sulla riproduzione e proliferazione cellulare.
In soldoni, i cibi che subiscono più trasformazioni industriali perdono il loro potere nutritivo rispetto ai cibi naturali ed in sostanza disregolano negativamente la nostra capacità di essere efficienti e disperdere sotto forma di calore appunto le calorie alimentari.
Non me lo sto inventando. C’è una bellissima ricerca fatta in Svezia che ha mostrato che un surplus energetico derivante dalla dieta in due gruppi che assumevano cibi di diversa qualità cambiava notevolmente l’efficienza del metabolismo.
Chiaramente il gruppo che assumeva cibo più nutriente aveva valori metabolici migliori dopo l’esperimento.
Questo non vuol dire che mangiando il doppio, ma cibo vero e di qualità, riuscirai a perdere più peso rispetto ad un’alimentazione sbilanciata, ma va compreso come la qualità che mettiamo in tavola è necessaria per aiutare il nostro corpo ad avere un metabolismo che funziona perfettamente.
Devi sapere, come ho già detto in altri articolo, che il nostro DNA metabolico è votato al risparmio. Che vuol dire? Siamo settati per combattere i periodi di carestia e carenza di cibo. Le riserve di grasso hanno aiutato i nostri antenati a sopravvivere, ci siamo evoluti per mantenere il peso che abbiamo evitandolo le dispersione caloriche.
Partiamo quindi da un presupposto: la nostra fisiologia non è votata alla perdita di peso, ma al mantenimento per affrontare la quotidianità.
La forza di volontà invece non è assolutamente un parametro uguale per tutti e soprattutto non ha nulla a che vedere con un percorso di rinascita ben strutturato per portarti ad uno stato di forma psicofisico eccezionale.
Questo significa che gli obiettivi di perdita di peso si ottengono inserendo buone abitudini, con la goccia che scava la roccia, e la forza di volontà ci sosterrà fino ad un certo punto.
Quando calerà, come anche la motivazione, se avrai iniziato un percorso coscienzioso e personalizzato come hanno fatto le persone che seguono i nostri percorsi beh, raggiungerai l’equilibrio necessario per “mantenerti in carreggiata” e perdere gli ultimi chili che ti sei promessa.
Sì, alcune persone potrebbero essere più fortunate nell’avere un metabolismo più dispendioso che le aiuta a perdere peso un po’ più facilmente di altre.
Ma il metabolismo tende a rallentare con l’avanzare dell’età, per essere precisi dopo i 62-65 anni, rendendo ancora più difficile perdere quei fastidiosi chili di troppo.
E quando le persone perdono molto peso rapidamente inizialmente, magari ti sarà capitato anche a te, il corpo tramite un sistema di autodifesa cerca di tornare al loro precedente set point.
Il set point è quel punto del nostro peso forma sul quale il nostro corpo ha settato una precisa percentuale di grasso, necessaria alla sopravvivenza e alla riproduzione. Questo influenza il metabolismo e i la sfera ormonale.
In effetti, uno studio del National Institutes of Health (NIH) ha rilevato che per ogni due chili persi, i partecipanti mangiavano in modo consapevole una media di 100 calorie in più rispetto alla situazione precedente.
Michael Greger, autore di How Not to Diet, dice come il tentativo di perdita di peso dopo i 50 è una battaglia contro la nostra biologia. Con lo stile di vita medio che conduciamo oggi essere in sovrappeso è abbastanza comune e la strada da perseguire non è la dieta o l’allenamento perfetto, ma un ritocco deciso alla routine settimanale di vita, riprendendo contatto con le abitudini dei nostri avi.
I nostri geni amanti del peso, combinati con un facile accesso a fast food, caramelle e altri cibi malsani, potrebbero effettivamente spiegare perché quasi il 40% degli americani è in sovrappeso e quasi l’8% è gravemente obeso, secondo uno studio su JAMA. Che cosa si può fare? Greger sposa una dieta a base vegetale per aiutarti a mantenere un peso sano. Elimina il cibo trasformato e prepara cose dolci come torte e gelati occasionali.
Realtà: il fatto che una dieta a basso contenuto di carboidrati funzioni o meno dipende davvero dall’individuo e soprattutto dall’età dietetica, ovvero la quantità e l’efficacia delle diete sperimentate in passato. Alcune persone potrebbero perdere peso con una dieta a basso contenuto di carboidrati, mentre altre potrebbero perdere peso con una dieta a basso contenuto di grassi, le ricerche lo dimostrano. Quello che è importante in un percorso di perdita di peso alla fine è il bilancio tra le calorie introdotte e quelle spese. La chiave è che qualunque cosa tu faccia, devi fare un cammino per per mantenerla.
I carboidrati così tanto demonizzati (giustamente) sono quelli derivati dalla farina bianca, raffinati, zuccheri e dolciumi, il fruttosio aggiunto presente soprattutto nelle bibite zuccherate. Il problema è che viene fatto di tutta un’erba un fascio, includendo quando parliamo anche carboidrati molto nutritivi con verdura e frutta. Come dico spesso, non è il carboidrato in sè il problema, ma gli eccessi e l’abbinamento sbagliato nel piatto dove sono spesso carenti proteine e grassi. Attenzione a quello che leggete in giro, l’eccesso di qualunque categoria di alimenti è dannoso a lungo andare e fa da autostrada agli squilibri, a prescindere dalla fonte.
Un’attenta revisione sullo stile di vita, regime alimentare compreso, è il reale punto di partenza. Non una dieta grammata dove dobbiamo entrare in uno schema mentale maniacale. Il reale problema è che siamo sopraffatti da ogni sorta di mode e schemi che pseudo professionisti professano come unico e inimitabile sistema per dimagrire a 50 anni.
La verità è che raramente sono utili alla lunga (sicuro se stai leggendo l’avrai sperimentato).
Le persone che iniziano a fare una dieta e perdono temporaneamente peso, lo recuperano nel tempo. Perchè? I risultati duraturi dipendono dall’integrazione di un’alimentazione sana al tuo nuovo stile di vita pro attivo, che richiede una revisione delle abitudini a 360°, dove il regime alimentare adottato diventa parte integrante del nuovo equilibrio.
In poche parole i risultati si raggiungo con un cambiamento e con la consapevolezza di quello che mettiamo sul piatto, non seguendo un foglio scritto con i 50 grammi di riso da mettere nel piatto il martedì a pranzo.
La prima strategia che utilizziamo all’interno dei percorsi, per facilitare il cambiamento, è trasmettere alle persone vicine, famigliari e amici, le nuove scelte scelte alimentari adottate sfruttando il proprio percorso per aiutarti a responsabilizzarti e a responsabilizzare loro. Capire tramite un diario quanto e cosa realmente assumiamo durante la giornata, quanto e come dormiamo, quanta acqua beviamo e quanto movimento facciamo.
La strada della piena consapevolezza e coscienza che porta alla perdita di peso è un vero e proprio atto d’amore verso noi stessi.
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Questo falso mito gira attorno al fatto che mangiare piccoli pasti durante il giorno aiuterebbe il controllo della fame perché il livello di glucosio nel sangue (o livello di zucchero nel sangue) dovrebbe essere più stabile e non diminuisce, provocando un picco della fame.
Concetto assolutamente privo di fondamento. Ciò che conta realmente è la riduzione del picco di insulina da un pasto ricco di carboidrati. E meno me abbiamo, meglio è.
Fare uno, tre o più pasti al giorno è assolutamente soggettivo ed è, secondo gli studi scientifici, indipendente dal meccanismo della fame. Semplicemente è una scelta da coltivare in base alle proprie abitudini per ottimizzare la qualità della propria salute.
E poi, diciamocela tutta, è sempre il bilancio calorico che conta, tra quello che mangiamo e quello che bruciamo, come dimostra uno studio dei ricercatori della School of Human Kinetics dell’Università di Ottawa. Un altro studio, pubblicato su The Journal of Nutrition, addirittura ha messo in evidenza come mangiare con più frequenza faceva desiderare alle persone di consumarne di più.
Questo non vuol dire che devi mangiare tre pasti al giorno necessariamente: tutto va provato e testato su se stessi. Viviamo il cibo con estrema libertà e serenità.
Il grosso misunderstanding è proprio dato dal fatto che le piante che trovi all’interno di questi preparati hanno effettiva utilità detossificante.
Oltre alle armi naturali che il nostro corpo ha (e che nell’individuo sano sono più che sufficienti!) per detossificarsi, possiamo effettivamente aiutarci con tisane ed integratori con potere detossificante.
L’errore interpretativo è che non fanno perdere peso dopo i 50 anni per il motivo che pensi.
Non fanno perdere grasso, ma soprattutto metaboliti e acqua. I metaboliti sono elementi tossici che il corpo fa fatica ad eliminare di solito.
Ci sono anche rischi per la salute e si può arrivare a squilibri elettrolitici, potenziale disidratazione e problemi ai reni se ci sono sostanze ricche di ossalato.
Valuta sempre con il tuo medico di fiducia se, in base ai tuoi obiettivi, può essere d’aiuto un fitoterapico con potere detossificante per aiutare la depurazione.
Sono tanti i falsi miti sulla perdita di peso dopo i 50 anni, ma il concetto più importante per difenderti dal marketing aggressivo del mercato della salute e del benessere è la conoscenza.
Per questo ti invito a condividere i nostri articoli basati su studi scientifici favorendo così la sana divulgazione. Quando in nutrizione facciamo riferimento alla perdita di peso, dobbiamo tener presente che ci riferiamo all’energia assunta rispetto all’energia consumata.
Se invece ti ritrovi a mangiare poco e ingrassare, probabilmente sei in una condizione di stallo e la situazione non dipende solo da una regola matematica, anzi.
Per questo ti invito, se stai facendo fatica a trovare equilibrio e stabilità e soprattutto a raggiungere l’obiettivo che ti sei preposta, a non cadere nello sconforto.
Compila il form che trovi qui >>VAI AL FORM e sarò felice di accoglierti all’interno dei nostri percorsi di rinascita, dove abbiamo già aiutato tante persone a ritrovare il proprio corpo e la propria serenità.
Ti è piaciuto l’articolo? Bene, continua ad aumentare le tue conoscenze sull’argomento leggendo l’articolo >>PERCHE’ LA DIETA FALLISCE IN MENOPAUSA
Un abbraccio,
Dott. Davide Teggi
esperto in dismetabolismi – docente formatore –|
Chinesiologo -Magistrale in Nutrizione Umana LM 61|
membro SIOMMS – società italiana dell’Osteporosi e metabolismo minerale
ASSOIP professionisti della nutrizione – N° iscrizione 30712011980
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