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Negli ultimi vent’anni si sono viste molte persone adottare una dieta di tipo vegetariano.
Questi visti numerosi effetti positivi degli alimenti vegetali sulla salute nella riduzione dell’incidenza di disturbi cronici come il diabete, l’ipertensione, l’obesità, e il tumore.
Tuttavia questo tipo di dieta risulta essere restrittiva su alcuni alimenti e potrebbe indurre una carenza di alcuni elementi specifici, aumentando il rischio di osteoporosi e fratture.
Nonostante esistano risultati contrastanti sugli effetti della dieta vegetariana il rapporto alla salute delle ossa e all’incidenza delle fratture, è sempre consigliabile per le persone vegetariane avere un adeguato apporto di calcio e vitamina D attraverso cibi naturali, cibi fortificati, vitamina B12, frutta, verdura ed un adeguato apporto proteico.
Le persone che seguono una dieta vegetariana tendono ad escludere in primis la carne, il pesce e tutti loro derivati.
Generalmente la classificazione della dieta vegetariana si basa sul tipo di alimenti che si vanno ad includere o di escludere dall’alimentazione.
Si parla di dieta latto ovo vegetariana quando sono inclusi latticini e uova, mentre la dieta latto vegetariana comprende latticini e infine la dieta vegana esclude qualunque tipo di alimento animale.
Tuttavia, tra queste diete possiamo trovare numerose eterogeneità legate anche alla scelta personale di ciascun individuo.
Le persone vegetariane di solito hanno un BMI più basso, ovvero l’indice di massa corporea, una pressione sanguigna più bassa e i livelli sierici ridotti di colesterolo. A questo proposito, i cibi vegetariani sono salutari e sembrano essere in grado di ridurre l’incidenza di obesità, ipertensione, diabete, cardiopatia ischemica, sindrome metabolica, l’incidente cardiovascolari, alcuni tipi di tumori grazie alla riduzione appunto del peso e non solo.
Inoltre la dieta vegetariana conferisce un elevato apporto di fibre, che è associato a una ridotta incidenza di cancro al pancreas e a una riduzione di tutte le cause di mortalità, in particolare la mortalità per malattie cardiovascolari.
Generalmente la maggior parte dei vegetariani ha uno stile di vita sano, ma vari studi indicano che le diete vegetariane possono avere anche un impatto negativo sulla salute delle ossa, correlato a delle carenze in particolare della mancato apporto di vitamina B12, di calcio e di vitamina D.
Ricordo comunque il mondo vegetale essere ricco di calcio soprattutto nelle verdure a foglia verde o nella frutta secca.
Risulta è comunque noto che l’abitudine alimentare può avere implicazioni anche sulla funzione e la risposta muscolare. La diversa composizione nutritiva della dieta vegetariana rispetto a una dieta onnivora può alterare le risposte fisiologiche all’esercizio fisico influenzare prestazioni fisiche.
In particolare si è visto che la composizione dei nutrienti può alterare le risposte e l’esercizio fisico perché il diverso apporto di macro e micronutrienti va ad incidere sulla gittata cardiaca, la funzione mitocondriale, la disponibilità di substrato e la capacità di trasporto dell’ossigeno.
Questi effetti, specialmente quando si verificano nelle persone anziane, possono avere un impatto sulla perdita di massa e forza muscolare correlata all’età che possa causare sarcopenia. Questa è ascrivibile alla perdita fisiologica di massa muscolare legata all’età ed è caratterizzata da bassi livelli di forza e di massa che aumenta il rischio di fragilità ossea, cadute, ospedalizzazione, e riabilitazione che favorisce i numeri legati alla mortalità. Il possibile effetto della dieta sulla fragilità ossea è ancora controverso ma studi recenti sembrano indicare che l’adesione a diete caratterizzate da un elevato consumo di alimenti di origine vegetale e da un minore consumo di alimenti di origine animale potrebbe essere in grado di ridurre il rischio di fragilità nelle persone che vivono in comunità, ovvero gli anziani. La nutrizione gioca un ruolo importante per mantenere la salute delle ossa durante la nostra vita e per raggiungere un picco adeguato di massa ossea durante la crescita. Questo può avere un impatto sulla forza ossea insieme ad altri fattori legati allo stile di vita e all’attività fisica, riducendola la perdita minerale o il rischio di frattura.
L’osso è un tessuto attivo e dinamico che necessita di nutrienti sufficienti per i processi di rimodellamento e mineralizzazione. L’assunzione dietetica di alcuni nutrienti come le proteine, la vitamina D, il calcio, l’alcol o la caffeina influenza la regolazione del rimodellamento osseo. Le diete fai da te a regime vegetariano e vegano hanno ridotto l’apporto di calcio e proteine nel complesso. In calce all’articolo troverai gli studi scientifici che confermano quello che stai leggendo.
Entrambi questi nutrienti sono essenziali per il mantenimento ma anche per lo sviluppo della massa e della densità ossea. Pertanto l’osteoporosi può colpire sia i vegetariani che vegani più spesso degli onnivori, la cui dieta include sia prodotti vegetali che animali. Inoltre la salute delle ossa nei vegetariani può essere influenzata negativamente da altri fattori nutrizionali. Negli studi sui vegetariani è stato visto un minor consumo di zinco, fosforo, vitamina B12 e rame, che hanno tutti un effetto sull’omeostasi ossea. D’altra parte una dieta vegetariana di alta qualità può includere l’assunzione di nutrienti che proteggono le ossa, uno di questi è il potassio che porta ad un carico acido della dieta complessiva molto basso, la vitamina K, il magnesio, alcune vitamine antiossidanti come la C e la e senza dimenticare i carotenoidi, e alcuni antinfiammatori fitonutrienti presenti nelle verdure, nella frutta, nei legumi, nelle noci, nel tè e nelle erbe.
L’aumento dell’assunzione di frutta e verdura porta ad un aumento della quantità di magnesio e potassio con effetti positivi sul metabolismo del calcio e delle ossa. il magnesio aumenta la forza ossea e influenza il trasporto del calcio nell’intestino. La vitamina K è anche stata associata ad un effetto protettivo sul rischio fratture.
I nutrienti e il cibo nelle diete vegetariane e la carenza dei nutrienti rispetto agli onnivori sono diversi, e hanno effetti in base alla loro variabilità sulla salute delle ossa.
il calcio e le proteine sono generalmente consumati sotto forma di latticini, uova, carne. Di conseguenza, i vegetariani non corrono il rischio di carenza di calcio, mentre i vegani consumano sostanzialmente meno calcio rispetto ad altri vegetariani e onnivori, nonostante il calcio sia presente per esempio nelle verdure verdi.
Generalmente i vegetariani dovrebbero rispettare le stesse indicazioni dietetiche e gli stessi riferimenti dietitetici di assunzione degli onnivori per mantenere l’omeostasi ossea. I latticini rappresentano un’importante fonte di calcio nella dieta, che può essere sostituta comunque da altri alimenti vegetali. La scienza però dimostra che questo non basta. Tuttavia, anche vari elementi di origine vegetale contengono una buona quantità di calcio assorbibile. Questi sono per esempio i broccoli, il tofu, le foglie verdi, i cavoli e i cibi fortificati con del calcio come per esempio i latti vegetali.
La quantità di ossalati e di acido fitico, che si potrebbe trovare in alcuni alimenti vegetali, sono in grado di influenzare i livelli di calcio biodisponibile. Esempi di alimenti ricchi di acido ossalico sono rabarbaro, gli spinaci e le bietole. In questi casi l’assorbimento di calcio è molto ridotto, pari al 5%, mentre le verdure hanno ridotto contenuto di acido ossalico, come i broccoli per esempio, hanno l’assorbimento del calcio pari al 50% dello stesso alimento.
Molti studi hanno indicato che una maggiore assunzione di proteine oltre i 2g/kg di peso corporeo nella dieta può aumentare l’iscrizione di calcio urinario.
Di conseguenza, i vegetariani, la cui dieta prevede un ridotto apporto proteico di solito, dovrebbero ridurre le perdite di calcio urinario e quindi necessitare di meno calcio. Recentemente, diversi studi hanno indicato che la relazione tra bilancio e del calcio e apporto proteico è molto più complessa e generalmente una dieta ricca di proteine è associata a effetti positivi sulla salute ossea, con un miglioramento dell’assorbimento del calcio, soprattutto in caso di diete con ridotto contenuto di calcio. Inoltre le proteine aiutano a mantenere la struttura ossea e l’omeostasi del calcio migliorando la forza muscolare e sopprimendo l’azione del paratormone.
Diventa indispensabile consumare latticini per assumere il calcio del quale necessitiamo ogni giorno?
Nel video qui sotto puoi approfondire l’argomento.
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I vegetariani possono trovare proteine nella soia per esempio. Inoltre la dieta vegetariana prevede un elevato apporto di frutta e verdura che sono una buona fonte di potassio, calcio magnesio, vitamina K e vitamina C. questi nutrienti sono ricchi di antiossidanti che potrebbero ridurre lo stress ossidativo, che ricordo essere una causa dell’osteoporosi e del riassorbimento osseo.
L’assunzione di nutrienti dei vegetariani può variare in base alle scelte alimentari. generalmente L’apporto proteico dei non vegetariani è di circa il 20% del totale, mentre L’apporto proteico nei latto Ovo vegetariani e nei vegani è all’incirca del 10-15%. Inoltre, il tipo di dieta, ovviamente, influenza le fonti e il tipo di proteine.
Due altri studi recenti hanno confrontato l’assunzione di nutrienti tra vegetariani e non vegetariani. Il primo studio, dell’Istituto europeo sullo studio di cancro e nutrizione di Oxford, ha valutato l’assunzione dietetica di 30.000 consumatori di carne, 16.000 latto Ovo vegetariani e 2100 vegani in tutta l’Inghilterra. La percentuale media proteica era del 16% nei consumatori maschi di carne, del 13% nei vegetariani maschi, del 12,9% nei vegani maschi, e del 17,3% nei consumatori di carne, del 13,8% nelle femmine vegetariane e del 13,5% nelle vegane femmine.
Inoltre, i vegani hanno mostrato maggiori assunzioni di magnesio e vitamina C ma minori assunzioni di vitamina b12, vitamina D, calcio e zinco.Il secondo studio ha invece confrontato l’assunzione di nutrienti in diversi gruppi di adulti appartenenti agli Stati Uniti Al Canada. sono stati considerati 34.000 consumatori di carne, 22.000 latto Ovo vegetariani e 5700 vegani.
L’assunzione media di proteine, calcio, vitamina B12 sodio e zinco non differiva tra i gruppi. Inoltre, i latto ovo vegetariani e i vegani avevano un apporto significativamente più elevato di fibre.
Tuttavia i vegani avevano un apporto significativamente ridotto di vitamina D e magnesio rispetto ai non vegetariani. Una recente revisione sistematica conferma che l’assunzione media di proteine è inferiore nei vegetariani e nei vegani rispetto ai carnivori, indipendentemente dall’assunzione di integratori. Anche l’assunzione di calcio tende ad essere ridotta nei vegani rispetto ai vegetariani e ai carnivori.
Bisogna dire che è Importante sottolineare che un ridotto apporto di proteine animali potrebbero rappresentare un grosso problema in popolazioni specifiche come per esempio i pazienti con cancro, in cui una combinazione equilibrata di proteine e di origine animale vegetale essenziale per sostenere la salute delle ossa e dei muscoli ed evitare la malnutrizione durante la chemioterapia, anche se una dieta base vegetale potrebbe essere raccomandata nella prevenzione al cancro.
La vitamina D è in grado di modulare l’omeostasi stimolando l’assorbimento intestinale del calcio, promuovendo la mineralizzazione ossea e mantenendo la massa e la forza muscolare. le fonti di vitamina D per i vegetariani se non rappresentate da cereali e bevande vegetali fortificate.
In generale comunque i cibi sono spesso fortificati con vitamina D-E rappresentano una buona Fonte alimentare di questo nutriente per i latto Ovo vegetariani e latto vegetariani, mentre il latte vegetale fortificato con vitamina D fornisce una fonte di questo nutriente per i vegani.
Tuttavia, questi tipi di alimenti fortificati non sono facilmente disponibili e non si riescono a reperire facilmente. Ad esempio, in Finlandia, durante il periodo invernale, l’assunzione dietetica di vitamina D nei latto Ovo vegetariani e vegani sembrano non essere sufficiente a mantenere i livelli di 25 OH vitamina D con possibili effetti negativi sulla densità minerale ossea. I livelli di vitamina D comunque dipendono principalmente dall’esposizione solare, questo lo sappio.
Vari studi hanno anche analizzato lo stato della vitamina D nei vegetariani. Uno studio di Oxford ha rilevato livelli significativamente ridotti di 25 OH vitamina D nei soggetti vegetariani rispetto a quelli che mangiavano carne mentre i vegani avevano i livelli più bassi. Livelli sierici di 25 Oh vitamina D pari a 25 sono stati riscontrati nell’8% dei vegani e nel 3% dei vegetariani.
L’identificazione di un’adeguata Fonte alimentare di vitamina D è necessaria nei vegetariani e nei vegani per mantenere la salute delle ossa e l’omeostasi del calcio. Sembra comunque essere necessario nei vegetariani over 70 sani un’integrazione di vitamina D. Una recente meta analisi sugli effetti degli alimenti fortificati con vitamina D sui livelli sierici di 25 OH vitamina D, sui marcatori del turnover osseo e sulla densità minerale ossea ha mostrato un lieve aumento dei livelli sierici di 25 OH vitamina D e densità minerale ossea con una diminuzione dei livelli di paratormone.
Pertanto, una dieta vegetariana con alimenti e integratori appropriati può fornire un apporto sufficiente di vitamina D e mantenere la densità minerale ossea normale. Chiaramente, lo ripeto, i livelli di vitamina D sono e devono essere stagionali e dipendono principalmente dall’esposizione al sole.
La vitamina B12 è essenziale per la sintesi del DNA, la formazione dei globuli rossi, la mielinizzazione e la funzione del sistema nervoso centrale, senza dimenticare il metabolismo dell’omocisteina. Appunto, la carenza di B12 è abbastanza comune soprattutto tra i soggetti anziani e i vegani che non assumono integratori a causa di un ridotto apporto alimentare di alimenti di origine animale. Generalmente l’assunzione di vitamina B12 nella dieta vegana è inferiore alla dose giornaliera raccomandata, mentre nei latto-Ovo vegetariani può essere variabile in base all’uso di latticini. I vegani devono tenere la loro vitamina B12 da integratori o dall’uso regolare di alimenti fortificati con vitamina B12, come cereali, o analoghi vegetariani della carne, oppure bevande a base vegetale fortificata. L’introduzione di alimenti vegetali non fortificati come verdure in Foglia, alghe Spirulina, Cibi fermentati a base di soia, funghi e alghe, non è in grado di garantire l’assunzione giornaliera raccomandata di vitamina B12. Altre fonti non animali di questa vitamina sono rappresentate da prodotti fortificati come prodotti a base di soia, cereali e lievito.
Una carenza di vitamina B12 può svilupparsi lentamente negli individui adulti. Un adeguato apporto di vitamina B12 è importante per prevenire una carenza subclinica che può passare inosservata nel tempo. Generalmente la carenza di vitamina B12 è indicata da livelli sierici elevati di acido metilmalonico, mentre il livello sierico di vitamine B12 non è un indicatore affidabile dello stato di vitamina B12. I vegetariani hanno ridotto i livelli di vitamina B12 rispetto ai non vegetariani. Recentemente uno studio europeo ha dimostrato che la carenza di vitamina B12 era presente nell’11% degli onnivori e nel 77% dei latto Ovo vegetariani e nel 92% dei vegani rispetto agli onnivori.
Inoltre, conferma di questa carenza vitaminica al 5% degli onnivori, il 68% dell’atto Ovo vegetariani e 67% dei vegani hanno mostrato elevati livelli sierici di acido metilmalonico.
Bisogna dire che è importante sottolineare che l’effetto negativo della carenza di vitamina B12 sull’omeostasi ossea può essere complesso. Una prima carenza di vitamina B12 può avere un impatto diretto sulla sintesi della Taurina e sulla produzione del fattore di crescita insulino simile igf-1, determinante per l’osso.
Tuttavia, la vitamina B12 può anche agire attraverso diversi meccanismi tra i quali la riduzione della densità del contenuto minerale osseo, la riduzione della funzione degli osteoblasti insieme a un aumento dell’attività degli osteoclasti, la riduzione del flusso sanguigno nelle ossa, l’induzione dell’apoptosi attraverso processi molecolari mediati da specie reattive dell’ossigeno (radicali liberi).
La relazione tra carenza di vitamina B12 e ossa non è stata studiata fino in fondo ad oggi. Tuttavia, un recente studio osservazionale ha rilevato che le concentrazioni sieriche aumentano il rischio di perdita ossea nei pazienti con livelli ridotti di folato e vitamina B12.
Inoltre una recente revisione indica che l’assunzione media di vitamina B12 è più elevata nei mangiatori di carne rispetto ai vegetariani e vegani indipendentemente dagli integratori e risulta di simili sono stati osservati per quanto riguarda lo stato della vitamina B.
Il ferro può agire come cofattore per diversi enzimi coinvolti nei processi della funzione immunitaria, come la mieloperossidasi, e svolgere un ruolo importante nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi dell’ormone tiroideo.
Generalmente gli onnivori hanno uno stato del ferro migliore, con concentrazioni elevate di ferro eme che generalmente viene assorbito meglio.
Tuttavia i vegetariani specialmente quelli con un regime dietetico ben bilanciato, non sono a rischio di carenza di ferro. Un corretto apporto di ferro è fornito da una dieta ricca di semi, cereali integrali, legumi, verdura foglie verde, frutta secca, noci e prodotti a base di cereali fortificati con ferro punto in generale le diete vegetariane possono contenere la stessa quantità di ferro delle diete onnivore.
Tuttavia, l’anemia correlata alla carenza di ferro e più frequente nei vegetariani che negli onnivori. il ferro svolge un’importante funzione in molte vie enzimatiche, comprese quelle coinvolte nel processo di sintesi del collagene. Inoltre, il ferro è in grado di regolare il metabolismo osseo attraverso la modulazione delle funzioni della vitamina D.
A questo proposito, la superfamiglia del citocromo p450, che sono monossigenasi contenenti Eme, gioca un ruolo importante.
La relazione tra ferro e salute delle ossa deriva da studi clinici in pazienti con sovraccarico di ferro associato a perdita ossea. L’ipotesi di una possibile relazione tra ossa e metabolismo del ferro è stata avanzata in alcuni studi in cui pazienti con disturbi del metabolismo del ferro, come l’anemia falciforme, La talassemia e l’emocromatosi ereditaria, mostravano un aumentata incidenza di fratture e osteoporosi. nelle popolazioni sane.
Tuttavia, la relazione tra metabolismo osseo e stato del ferro è più controversa. Alcuni studi hanno indicato una correlazione positiva tra densità minerale ossea e ferritina sierica negli uomini anziani ma non nelle donne.
Al contrario altri studi hanno trovato un’associazione negativa nelle donne di età superiore ai 45 anni tra la densità minerale ossea e la saturazione di ferritina o la trans ferritina e nessun associazione nei soggetti di sesso maschile.
Pertanto sono stati ipotizzati diversi meccanismi attraverso i quali il metabolismo osseo può essere influenzato dalla carenza di ferro punto come abbiamo già accennato il ferro fondamentale nel metabolismo della vitamina D perché è un cofattore essenziale nei processi di idrossilazione dei residui lisinici e proteolitici del procollagene. Un altro meccanismo che può essere coinvolto è l’ipossia, molto frequente nei soggetti anemici in cui l’apporto di ossigeno i tessuti e generalmente marcatamente ridotto.
Ancora, è stato descritto che l’ipossia è in grado di indurre riassorbimento osseo, perché può aumentare l’attività degli osteoclasti che successivamente induce un aumento dell’attivazione e della funzione degli osteoblasti.
Pertanto, è stato ipotizzato che la carenza cronica di ferro possa indurre un aumento del riassorbimento osseo e aumentare il rischio di osteoporosi.
Infine recenti scoperte suggeriscono che il ferro è in grado di regolare il fattore di crescita di fibroblasti, un ormone di origine ossea che svolge un ruolo importante nel omeostasi del fosfato.
Lo zinco può agire come coenzima per diversi enzimi che sono coinvolti in diversi processi come l’immunità, la crescita, la funzione ossea, la regolazione dell’espressione genica e la funzione cognitiva. La carenza di zinco può causare difetti nella crescita, riduzione dell’appetito, alopecia, dermatite, ridotta funzionalità del sistema immunitario e disfunzione endocrina.
La carenza di zinco può essere presente sia nei vegetariani che nei non vegetariani. I minerali contenuti nei cereali e nei legumi sono in grado di ridurre l’assorbimento dello zinco, mentre la germinazione, la fermentazione o l’ammollo riducono i livelli rendendo lo zinco più disponibile. le fonti alimentari e vegetariane di zinco includono cereali integrali, semi, noci, legumi, latticini, tempi e tofu.
Alcuni studiosi su donne in post menopausa hanno indicato che lo zinco potrebbe essere un possibile marker di riassorbimento osseo. Infatti la perdita urinaria di zinco correlata alla diminuzione della massa ossea e all’aumento del riassorbimento osseo punto inoltre altri studi su donne in post menopausa hanno mostrato associazioni significative tra ridotte concentrazioni di zinco, magnesio, ferro e rame con ridotta densità minerale ossea.
Studi in vivo hanno suggerito che lo zinco può avere un effetto positivo sul processo di guarigione delle fratture dopo il trauma sia in modelli animali che nei pazienti con fratture.
Pertanto, è emersa l’importanza della supplementazione di zinco per il mantenimento della salute e ossea. un recente studio osservazionale su pazienti anziani con osteoporosi e carenza di zinco ha dimostrato che l’integrazione di zinco può aumentare la densità minerale ossea e prevenire l’insorgenza di fratture.
Se sei interessata a conoscere qualcosa in più sull’alimentazione chetogenica per la salute delle ossa dai un’occhiata a questo articolo qui.
>>DIETA CHETOGENICA E OSTEOPOROSI
Due importanti indicatori della Salute ossea sono la densità minerale ossea, valutata con la dexa. Vari studi hanno esaminato questo fattori nei vegetariani. ebbe noto che la densità minerale ossea è un buon predittore del rischio di fratture osteoporotiche punto vari studi sulla densità minerale ossea nei vegetariani hanno riportato risultati contrastanti e incoerenti, alcuni non hanno riscontrato differenze significative in termini di densità minerale ossea, altri hanno riportato valore ridotti di densità minerale ossea nei vegetariani rispetto ai non vegetariani.
Queste discrepanze possono essere attribuite allo scarso numero di case esaminate, alle differenze tra le tipologie di soggetti vegetariani studiati e alla mancanza di dati su alcuni fattori quali l’attività fisica, il body Max Index e L’apporto nutrizionale. Per chiarire meglio questi aspetti contrastanti, è stata condotta una meta analisi per valutare gli effetti della dieta vegetariana sulla densità minerale ossea. sono stati presi in considerazione nove studi sulla densità minerale ossea in soggetti vegetariani, più della metà erano donne. La densità minerale ossea sia nella colonna che nel femore è stata ridotta del 4% nei vegetariani rispetto agli onnivori.
Inoltre la densità minerale e ossea è stata ridotta del 6% al collo del femore nei vegani rispetto ai non vegetariani con risultati simili anche nella colonna.
Tuttavia queste differenze sono state considerate non clinicamente rilevanti in termini di rischio di frattura appunto è già stato detto che l’assunzione di proteine può essere molto variabile nella dieta vegetariana vegana in base alla scelta alimentare appunto sebbene vari dati confermano un ruolo negativo della carenza proteica sul metabolismo osseo, una meta analisi ha dimostrato che solo l’1, 2% della densità minerale ossea può essere attribuita all’assunzione di proteine che possono avere effetti sia positivi che neutri sulla densità minerale ossea.
Inoltre un’altra recente meta analisi non ha mostrato differenze tra proteine animali e della soia sulla densità minerale ossea, e su alcuni marcatori del ricambio osseo. Tuttavia pochi studi hanno esaminato in modo specifico ruolo delle proteine nell’omeostasi ossea nei vegetariani. Recentemente uno studio di coorte su 1865 donne in post menopausa seguite longitudinalmente per 25 anni ha valutato gli effetti del consumo di carne ed una dieta vegetariana sul rischio di frattura del polso. Le donne vegetariane con il più basso apporto di proteine vegetali presentavano il più alto rischio di frattura del polso.
Inoltre, è stato osservato una riduzione del 68% di questo rischio nelle donne vegetariane che mangiavano proteine vegetali più di una volta al giorno rispetto a quelle che mangiavano tre volte a settimana punto risultati simili alla loro presenti anche in coloro che consumavano grandi quantità di fagioli, formaggi e simili della carne. Uno studio più ampio condotto su oltre 17.000 Uomini e Donne vegetariane ha mostrato che quelli con elevate assunzioni di alimenti simili alla carne hanno una riduzione del rischio di frattura dell’anca simile a quelli con basse assunzioni.
Recentemente uno studio trasversale ha esaminato l’associazione del veganesimo con la densità minerale ossea misurata con l’ecografia quantitativa del calcagno e anche studiato le differenze della concentrazione di diversi fattori nutrizionali biomarcatori correlati alle ossa tra onnivori e vegani. Questo studio ha mostrato livelli più bassi dei parametri nell’ecografia quantitativa del calcagno nei vegani rispetto agli onnivori, con livelli ridotti di zinco, lisina, vitamina B2, selenio proteina P, iodio urinario, acidi grassi Omega 3 e livelli di calcio, fornendo evidenza di compromissione ossea dell’omeostasi nei vegani rispetto agli onnivori, suggerendo una relazione tra diversi biomarcatori nutrizionali e la salute delle ossa.
Uno studio di Oxford Ha esaminato invece il rischio di frattura nei consumatori di pesce, carne, vegetariani e vegani. in questo studio sono stati esaminati 34.000 soggetti di età compresa tra i 20 e gli 89 anni, seguiti per una media di 5 anni, ai quali è stato chiesto se ci fossero state fratture pregresse o meno punto il rischio di fratture era più alto nei vegani. Sebbene questa associazione fosse parzialmente ridotta quando il reperto veniva corretto per fattori non dietetici come alcool e fumo. Quando, invece, sono state considerati solo i soggetti con ridotto apporto di calcio, non vi era più alcuna differenza tra i vari gruppi in termini di incidenza di fratture, suggerendo quindi che con un corretto apporto di calcio è fondamentale per la salute delle ossa indipendentemente da altre abitudini alimentari.
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Fonti citate nell’articolo
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