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Vitamina K con osteoporosi
In questo articolo parlerò di una vitamina liposolubile che negli ultimi anni ha tratto l’attenzione di molte persone che soffrono di osteoporosi, la vitamina K.
Ne parlerò con l’aiuto dei LARN pubblicati nel 2014, livelli di assunzione giornaliera raccomandata.
Le ricerche sulla vitamina K iniziano nel 1943, con un premio Nobel per l’identificazione di questa molecola come fattore indispensabile per i processi fondamentali di coagulazione del sangue.
Cosa provoca la carenza di vitamina K
Attualmente le conoscenze sono che questa vitamina svolge anche altre funzioni quali la regolazione del metabolismo osseo e l’inibizione dei processi di calcificazione cardiovascolare.
Con il termine vitamina K si definisce una serie di composti che derivano dal 2–metil-1,4-naftochinone.
La vitamina K è liposolubile, ovvero solubili sia in veicoli grassi sia nei solventi dei grassi.
I composti presenti in natura con l’attività vitamina K sono il fillochinone, o vitamina K1, e menachinone, ovvero vitamina K2. La K3 invece è utilizzata a livello farmacologico, ed è un composto sintetico. Il fillochinone è di origine vegetale mentre il menachinone perlopiù di origine batterica prodotta dai microrganismi del microbiota intestinale, deriva anche da fonti alimentari di questi possono essere i formaggi e il natto, un alimento tradizionale giapponese.
Nel complesso il fillochinone contribuisce all’apporto vitaminico per l’80%, mentre i menachinoni contribuiscono solo per il 10%. Invece la vitamina K3 è un prodotto sintetico utilizzato a scopo farmacologico con azione vitaminica nella forma attiva.
Il fillochinone non è introdotto con la dieta, viene assorbito nel duodeno e nel digiuno dopo la solubilizzazione nelle miscele miste composte da sali biliari e lipidi.
Il fillochinone circolante si ritrova nel 50-70% associato alle lipoproteine LDL, mentre la rimanente quota ripartita tra le lipoproteine a bassa densità e quelle a elevata densità HDL. La circolazione ematica di fillochinone è aumentata nei pazienti affetti da dislipidemie, e vengono metabolizzati nel fegato.
In condizioni normali circa il 60-70% del fillochinone introdotto con la dieta viene eliminato dall’organismo, per il 40 50% escreto con la bile, con feci e urina. I dati sul contenuto di vitamina K negli alimenti sono limitati a causa della difficoltà a quantificare le diverse forme di vitamina K con adeguati metodi analitici.
Vitamina K: dove si trova
I valori più elevati sono quelli relativi agli ortaggi a foglia verde quali broccoli lattuga e spinaci. Inoltre gli oli vegetali hanno una concentrazione variabile di vitamina K. Quantità minori si trovano nella carne e nei latticini caseari.
Questa vitamina ha un ruolo nella regolazione del metabolismo osseo, promuovendo la differenziazione degli osteoblasti in osteociti e riducendo il riassorbimento osseo.
Questa vitamina modula inoltre alcune citochine coinvolte nel turnover osseo.
Ci sono tanti studi su questa vitamina, ne lascio qui sotto due molto interessanti su vitamina K2 e osteoporosi.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8067793/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4042573/
https://josr-online.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13018-021-02728-4
Nella verifica dello stato nutrizionale, la vitamina K viene generalmente valutata attraverso l’analisi di più marcatori, perché nessuno dei marcatori utilizzati è ritenuto da solo sufficiente, specifico e sensibile. Quelli maggiormente utilizzati sono la concentrazione plasmatica di fillochinone, il tempo di protrombina e la concentrazione plasmatica di alcune proteine vitamina K dipendenti. La concentrazione plasmatica di fillochinone non è considerata comunque valido indicatore dello stato di nutrizione poiché risente dell’assunzione di breve termine della vitamina e mostra differenze interindividuali in base alle etnie.
Cosa causa la mancanza di vitamina K?
La carenza grave di vitamina K si manifesta con tendenza ad emorragia a causa di una mancata alterazione di alcuni fattori della coagulazione, inoltre stati carenziali possono essere causa o concausa di osteopenia o osteoporosi con il rallentamento della formazione dell’osso e un alterazione dell’equilibrio omeostatico del calcio.
Quanta vitamina K al giorno
Nella popolazione adulta poiché la mediana del consumo giornaliero di fillochinone è di circa 144 microgrammi al giorno, viene stabilita un’assunzione raccomandata di 140 microgrammi al giorno uguale per i due sessi mentre per le persone over 60 è pari a 170 microgrammi al giorno.
Esistono alcuni pazienti più a rischio di stati carenziali, diversi studi osservazionali dimostrano un’associazione inversa tra la calcificazione delle coronarie e l’assunzione giornaliera di vitamina K. Si è visto anche il ruolo di questa vitamina nella prevenzione di diabete, livelli plasmatici di fillochinone sono inversamente correlati ad alcuni parametri ematici dell’infiammazione e la supplementazione di 500 microgrammi al giorno di fillochinone rallenta la progressione delle insulino-resistenza.
Vitamina K2 e osteoporosi
A livello della prevenzione della terapia del trattamento dell’osteoporosi troviamo il menachione 7, un coenzima che entra a far parte della formazione dell’enzima gamma carbossilasi, che permette l’attivazione di una proteina altrettanto importante, ovvero l’osteocalcina.
L’osteocalcina, attivata attraverso l’enzima gamma carbossilasi, che è attivata a sua volta dalla K2-7, spinge la biologia dell’osso verso la direzione che deve prendere il calcio all’interno delle ossa.
Associata alla vitamina D, che favorisce l’assorbimento del calcio intestinale, partecipa alla riduzione della demineralizzazione del tessuto osseo e andrebbe presa come integratore ad alcune ore di distanza dalla stessa vitamina D, essendo entrambe vitamine liposolubili.
In caso di terapia contro l’osteoporosi ha dei dosaggi ben differenti da quelli utilizzati quando dobbiamo fare un intervento di semplice prevenzione. Ci sono tanti studi che evidenziano come la vitamina K2-7 sia uno degli integratori più utili nelle persone che soffrono di osteoporosi che vogliono combatterla con programmi con protocolli di integrazione associati all’esercizio fisico mirato e con uno stile di vita attivo.
All’interno dei nostri protocolli personalizzati per combattere l’osteoporosi consigliamo ove necessario una sua supplementazione che va, insieme all’esercizio fisico adatto, a ridurre l’impatto della condizione clinica.
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