Ridotta attività fisica aumenta il rischio di psoriasi

Uno studio osservazionale svedese, che trovi linkato alla fine dell’articolo, ha dimostrato con una generale ridotta attività fisica aumenta il rischio d’insorgenza di psoriasi.

Il campione totale è stato di 1,2 milioni di uomini delle forze armate, ai quali sono stati fatti test sulla cyclette.

Dopo aver diviso in 3 gruppi in base al loro livello di allenamento hanno correlato questi con i dati diagnostici nazionali degli stessi con gli affetti da psoriasi e artrite psoriasica.

Raggiunto la mezza età, è stato osservato come 23 mila di loro siano incappati nella malattia.

Si è visto come tra di loro vi era un alta percentuale di soggetti che avevano svolto poca o nessuna attività fisica nella loro vita.

Nel gruppo “fuori forma”, il rischio di sviluppare la psoriasi era del 35% più elevato e quello di sviluppare l’artrite psoriasica del 44%, rispetto agli altri due gruppi più allenati.

Si è tra l’altro osservato come fosse ridotto il numero di persone sedentarie appartenenti al campione rispetto agli altri.

La ridotta quantità d’esercizio fisico settimanale è correlato, come già si sa, all’aumentato rischio di incidente cardiovascolare, correlazione che si è vista anche nel paziente con psoriasi.

In quest’ottica questi tre parametri sono non solo indice di riduzione di qualità di vita e di longevità, ma sono indici predittivi sulla salute futura delle persone

Nello studio qualche pecca c’è, per esempio non sono stati tenuti conto alcuni fattori importanti che si è visto che incidano fortemente sulla patologia, come per esempio il fumo.

Chi soffre di psoriasi spesso ha anche altre malattie. Esempi di altre comorbidità note sono l’obesità, le malattie cardiovascolari, il diabete e la depressione.

Negli ultimi anni, le opzioni di trattamento sono sostanzialmente migliorate. Oggi, oltre alle pomate con effetti locali, ci sono farmaci che hanno effetti sistemici. Gli ultimi anni hanno anche visto l’emergere di agenti biologici efficaci che modulano la cascata di segnalazione nel processo infiammatorio che guida la psoriasi.

Un’altra indagine condotta in Finlandia , ha evidenziato come più della metà dei pazienti interpellati, in prevalenza giovani, abbia abbandonato o ridotto l’attività fisica. Lo studio con questionario su un campione di 262 pazienti con psoriasi, ha chiesto di elencare le attività che facevano nel tempo libero, le attività che avevano ridotto o abbandonato completamente a causa della psoriasi, il tempo speso per le attività attuali nel tempo libero e il tempo che avrebbero speso in una situazione ipotetica se non avessero avuto la psoriasi. Le attività sportive erano completamente abbandonate dal 30,2% e ridotte dal 23,7%.

Le attività sociali e quelle che potrebbero causare problema sociale, sono state abbandonate dal 29,0% e ridotte dal 21,4% dei pazienti.  Da questo studio quindi si è evinto che le attività svolte nel tempo libero sono influenzate fortemente dall’insorgenza di psoriasi.

Dai due studi che ho presentato, che sono solo alcuni dei tanti studi che mettono in relazione psoriasi e attività fisica, possiamo trarre le conclusioni che ci dicono che:

la quantità di attività fisica settimanale svolta, necessaria per il mantenimento della salute generale e cardiovascolare, è inversamente correlata all’insorgenza e al peggioramento della psoriasi e artrite psoriasica e queste ultime sono una delle principali cause sociali d’abbandono o riduzione dell’esercizio fisico giornaliero.

Il mantenimento della salute e una riduzione dell’espressione della malattia può arrivare con un farmaco naturale a costo zero come l’esercizio fisico, se inserito e ben strutturato in uno stile di vita sano, poco stressante, che riconnette alla natura e che segue un regime dietetico escludente alimenti infiammatori.

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Lo studio svedese https://www.gu.se/en/news/low-fitness-linked-to-higher-psoriasis-risk-later-in-life

Lo studio finlandese invece lo trovi qui https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24704621/

dr.Davide Teggi

Mi chiamo Davide Teggi, sono Chinesiologo Clinico e dottore magistrale in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, con iscrizione al Registro Professionale Nazionale dei Professionisti della Nutrizione.

Sono responsabile del corpo docenti formatori di Accademia Italiana Fitness, una scuola di alta formazione per tecnici e professionisti nel mondo dello sport e della nutrizione. 

Sono specializzato nel trattamento di dismetabolismi verso la loro risoluzione con rimedi naturali quali l’esercizio fisico ben dosato, un’alimentazione funzionale e la riduzione all’esposizione di agenti inquinanti corpo e anima con i quali siamo a contatto tutti i giorni.

Ho creato un protocollo scientifico unico, in collaborazione con 12 professionisti della medicina funzionale di anti aging, che tiene conto del progressivo decadimento ormonale nella donna superati i 40 anni e permette di raggiungere uno stato psicofisico eccezionale atto ad aumentare la qualità della vita e la longevità.

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