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Perché viene l’osteoporosi? I fattori di rischio che non conosci.
Se ti hanno detto che l’osteoporosi è solo una conseguenza dell’invecchiamento, sappi che non è così semplice.
Ogni anno milioni di donne si trovano a combattere contro una perdita ossea che sembra inarrestabile.
E il peggio? Spesso non se ne accorgono fino a quando è troppo tardi.
Le linee guida ufficiali ti dicono di misurare la densità minerale ossea (BMD) con la MOC-DEXA e, se i valori scendono sotto una certa soglia, ti propongono subito calcio, vitamina D e farmaci.
Ma quello che non ti dicono è che in caso di osteoporosi ci fattori di rischio nuovi fattori di rischio, molto più insidiosi, che potrebbero essere la vera causa della tua perdita ossea.
E la medicina tradizionale?
Troppo impegnata a trattare il sintomo, ignorando il problema alla radice.
I ricercatori stanno finalmente mettendo insieme i pezzi di un puzzle complesso: l’osteoporosi non è solo un problema di osso debole. È una malattia sistemica, influenzata da una serie di fattori che vanno ben oltre il semplice invecchiamento.
Uno studio di randomizzazione mendeliana, pubblicato su Experimental Gerontology, ha rivelato che esistono fattori infiammatori e metabolici che giocano un ruolo centrale direi nello sviluppo dell’osteoporosi.
Eccone qui alcuni.
L’osteoporosi è strettamente legata a uno stato di infiammazione di basso grado.
Malattie croniche come diabete di tipo 2 (T2D), malattia renale cronica (CKD) e Alzheimer (AD) sono associate a un metabolismo osseo alterato.
Gli alti livelli di citochine infiammatorie aumentano l’attività degli osteoclasti (le cellule che riassorbono l’osso), accelerando la perdita ossea.
Lo studio ha mostrato che chi soffre di diabete ha una densità ossea apparentemente più alta, ma con una qualità scadente, rendendo le ossa più fragili e a rischio frattura.
Ti hanno mai prescritto glucocorticoidi per trattare infiammazioni o malattie autoimmuni?
Questi farmaci sono tra i principali responsabili della perdita ossea. Non solo inibiscono la formazione ossea, ma aumentano il riassorbimento, portando a fratture vertebrali anche senza traumi evidenti.
Le ultime ricerche evidenziano un collegamento diretto tra disbiosi intestinale e osteoporosi. Un microbiota alterato porta a una maggiore produzione di mediatori infiammatori e a una ridotta assorbibilità dei nutrienti fondamentali per la salute ossea, come calcio, magnesio e vitamina K2.
Ora la domanda è: come invertire questo processo?
Ora che sai che l’osteoporosi non è solo una questione di calcio, puoi agire in modo strategico. Le soluzioni esistono, ma devi andare oltre i consigli standard.
Ripristina l’equilibrio infiammatorio
Devi ridurre lo stato infiammatorio cronico del tuo corpo. Come? Attraverso un’alimentazione antinfiammatoria e strategie naturali mirate:
Camminare non basta. Devi integrare un allenamento di resistenza progressivo, ma senza improvvisare.
L’osteogenic loading (carichi specifici) stimola la formazione ossea.
Gli esercizi pliometrici leggeri, come il heel drop, migliorano la qualità dell’osso.
Le pedane vibranti possono essere un’opzione ulteriore per dare uno stimolo al sistema scheletrico.
Non fermarti alla MOC-DEXA. Esami più avanzati come il TBS (Trabecular Bone Score) o il BES TEST e test ematochimici per la salute del metabolismo osseo offrono un quadro più completo.
Se ti sei riconosciuta in queste informazioni, significa che hai bisogno di una strategia mirata, non di soluzioni generiche.
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Non lasciare che il sistema sanitario decida per te. Riprenditi il controllo della tua salute ossea prima che sia troppo tardi.
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(Questo testo è a solo scopo informativo e non sostituisce in alcun modo il parere di un medico.)
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