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In questo articolo voglio presentarti il modo più naturale che esista per ridurre i dolori alla schiena a 60 anni senza usare farmaci.
In particolare sto parlando dell’esercizio fisico adattato che si basa sulle molteplici tecniche di posturali ad oggi attuate e proposte. Hanno finalità comuni che attraverso opportune esercitazioni permettono di apprendere o affinare corretti schemi posturali e motori.
Essi sono atti a: educare, prevenire, compensare, e adattare le alterazioni della postura che hanno generato nel tempo il mal di schiena e le più comuni affezioni del rachide e dell’apparato locomotore.
I punti fondamentali per ridurre il mal di schiena dopo i 60 anni senza farmaci riguardano la ristrutturazione dello schema corporeo. la presa di coscienza corporea, del movimento, della propria postura abituale e la ricerca di un equilibrio in situazioni destabilizzanti.
È importante anche la presa di coscienza dell’equilibrio statico e dinamico quando siamo in piedi, in particolare la percezione dei carichi indotti dalla forza di gravità e dalle funzioni dei muscoli antigravitazionali. Queste è fondamentale quando vi sono in corso delle patologie legate al sistema muscolo scheletrico, come per esempio l’osteoporosi.
Quando andiamo alla ricerca di un rimedio immediato per ridurre il dolore alla schiena dobbiamo pensare che esso passa attraverso il controllo del corpo quando svolgiamo i movimenti quotidiani con contrazioni e decorazioni dei muscoli. l’educazione passa attraverso il rispetto del respiro e il miglioramento della meccanica di questo.
All’interno dei nostri percorsi di rinascita dedicati all’allenamento di precisione e personalizzato vi è un’educazione all’uso corretto del corpo con delle simulazioni di quei movimenti e di quelle posizioni che si assumono maggiormente nella vita quotidiana, sia sul luogo di lavoro che in quello domestico.
Il rinforzo della muscolatura globale in particolare dei muscoli intrinseci della schiena è fondamentale per evitare di intervenire con cure o farmaci.
Non solo con il movimento personalizzato andiamo ad elasticizzare le strutture capsule legamentose e muscolo tendine con esercitazioni di stretching analitico, globale dei compensato, e escursione articolare ampie che rispettino i propri limiti fisiologici.
Al fine di ridurre la sintomatologia dolorosa è indispensabile migliorare la coordinazione motoria che renda efficace il movimento e la gestualità il più libera possibile.
Per raggiungere questo la maggior parte delle persone pensa che basti ripetere meccanicamente un determinato gesto. è importante invece percepire l’azione motoria volontaria o riflessa nel momento in cui si esegue un determinato movimento attraverso la coscienza, la conoscenza e l’arricchimento del bagaglio sportivo.
Se stai pensando come poter migliorare il mal di schiena dopo i 50 anni devi tener presente che può trai attraverso un percorso dedicato trasformare le tue abitudini e le posture viziate profondamente radicate a causa di condizionamenti psichici, compensatori ad attori ai traumi di ordine organico attraverso una ginnastica personalizzata. Il dolore cronico alla schiena viene definito come “il dolore percepito tra il margine inferiore dell’arcata costale e le pieghe glutee inferiori, con o senza dolore alla gamba”.
La definizione “topografica” è condivisa tendenzialmente da tutto l’ambito medico-sanitario, mentre la terminologia “patologica”, ancora oggi, è vittima di etichette “dure a morire” tra cui disturbo delle faccette articolari, degenerazione, sindrome dell’iperestensione e altro ancora. Rappresenta l’affezione muscoloscheletrica più comune al mondo, seguita al 2°e 3°posto dal dolore cervicale e dal dolore di spalla.
L’epidemiologia non rende giustizia a questo disturbo e per prendere coscienza del fatto che non siamo certamente di fronte al “non è nulla e di solito passa da solo”, è bene ricordare che costituisce la prima causa di disabilità al mondo, che costa per fare un esempio 34 miliardi di dollari all’anno solo in America e l’impatto sociale sulla vita delle persone è devastante.
Compromette la qualità della vita, ne soffrono praticamente quasi tutti, si fatica a gestirlo.
Il tasso di cronicizzazione è in costante aumento, nonostante questa affezione muscoloscheletrica sia quella verso la quale la ricerca ha orientato progressivamente più attenzione in termini valutativi, prognostici e terapeutici. Nonostante ci siano prove scientifiche di qualità a sostegno delle modalità di gestione appropriate, i pazienti cronicizzano e soffrono sempre di più l’impatto sociale, economico e psicologico del disturbo, i costi aumentano e la nostra efficacia non è consistente.
I cambiamenti posturali hanno influenza sulle situazioni locali di sforzo tessutale. Essendo modesto lo spazio interdiscale rispetto alla larghezza delle vertebre, sono sufficienti piccole variazioni dell’angolo formato dai piatti vertebrali per produrre notevoli modificazioni geometriche del disco e dello stato di sforzo dei suoi costituenti (anellus, liquor sinoviale).
L’effetto delle variazioni posturali sullo sforzo dei tessuti articolari cresce con la diminuire dell’altezza del disco qualunque sia la causa. Le modificazioni indotte dall’usura e dal cattivo uso della colonna vertebrale enfatizzano le relazioni esistenti tra le mutazioni posturali e gli effetti meccanici.
E’ importante sottolineare che: – le piccole flessioni anteriori lombari tendono a distribuire in modo uniforme la pressione su tutta l’area dell’anello fibrotico e tendono ad evitare/ridurre la compressione sulle faccette articolari;
– gli angoli di flesso/estensione, anche se piccoli hanno un grande effetto sulle tensioni dei legamenti posteriori, che a loro volta producono forti variazioni sulla compressione discale.
In riferimento alla lordosi lombare, il valore della curva è d’entità assai mutevole.
Il suo aumento è associato ad alcuni svantaggi che possono favorire la generazione del mal di schiena dopo i 50 anni causata da:
– sforzo di compressione discale concentrato nella sua porzione posteriore;
– riduzione dell’attività metabolica del disco;
– riduzione del volume del canale spinale;
– aumento del carico sul margine inferiore delle faccette articolari.
Nella camminata la presenza di una lordosi non esagerata può risultare benefica, perché tende a rendere lassi i legamenti posteriori e a trasferire il controllo della stabilità articolare al sistema muscolo tendineo, che risulta assai più adatto a funzionare da smorzatore dinamico (gli impulsi verticali producano variazioni periodiche della curva lordotica lombare in sincronia con il passo), trasformando l’energia meccanica in calore ed assicurandone l’asporto attraverso la vascolarizzazione dei tessuti muscolari (Adams e Dolan, 1995).
L’effetto antalgico immediato è da ascriversi alla riduzione delle forze di contatto sulle faccette articolari, all’aumento dello spazio del forame (Dunlop e Altri, 1984) e dalla ridistribuzione della compressione (uniformizzazione) nelle fibre dell’anello fibrotico (Adams e Altri, 1996).
Curare il mal di schiena dopo i 50 anni
Non è facile far prendere coscienza dei vizi posturali in quanto l’abitudine scorretta mantenuta per diversi anni, diventa un dismorfismo irreversibile. L’obiettivo deve essere in funzione del livello di partenza del soggetto anziano e deve prevedere ampi margini di miglioramento. Le precarie condizioni di salute psichica (stati depressivi) e fisica (patologie croniche degenerative dell’apparato locomotore e del sistema nervoso) dell’anziano che si riscontrano con una certa frequenza, devono non scoraggiare il chinesiologo.
Altrettanto, per tali ragioni e per agire sulla patologia specifica, esso dovrebbe essere motivato a preparare un programma rieducativo motorio individuale.
Invece, nel caso in cui si trovasse a condurre una classe di anziani, soprattutto per coloro che affrontano un’attività motoria per la prima volta, deve garantire una benefica componente di socializzazione e ottimi risultati sull’incremento dell’efficienza fisica e sul miglioramento della salute e sulla qualità di vita.
Non basta affidarsi unicamente ai sensi, ma c’è bisogno di compiere una consapevole attività mentale e muscolare fino a quando l’atteggiamento corporeo corretto verrà strutturato e avvertito come normale diventando così a sua volta un’abitudine.
Se ti hanno diagnosticato un ernia vertebrale Tieni presente che puoi allontanare in maniera remota la possibilità di peggiorare la situazione attraverso il miglioramento della capacità di percezione delle tensioni corporee, degli appoggi podalici sul suolo, e migliorando la qualità dei gesti deficitari, che magari ti hanno portato a quella condizione clinica.
Nei nostri percorsi di rinascita andiamo ad insegnare come affinare la sensibilità corporea, aiutando le persone a rilassarsi con facilità e cominciando ad assegnare al corpo dei complici di percezione semplice in condizioni di estremo rilassamento. così facendo la sensibilità corporea migliorerà gradualmente si potranno assegnare dei compiti di percezione anche in condizioni più complesse.
Quello che insegniamo in modo pratico e attivare un processo dove vi è uno sforzo di attenzione concentrazione che identifichi chi ciò che non è efficace e funzionale nei propri atteggiamenti e nei modi di eseguire i gesti, correggendogli automatismi imperfetti di gesti e posture scorrette e razionali. All’inizio si può percepire anche una sorta di imbarazzo che ci fa rendere conto di avere automatizzato una postura corretta. prima dell’autocorrezione le persone che seguo devono imparare a riconoscersi nelle loro posture viziate.
Attraverso dei feedback, che avvengono grazie a me se c’è la lezione in One To One, oppure degli specchi, si inizia prima il lavoro di riequilibrio posturale, poi quello di mantenimento di una determinata posizione e infine si esegue il movimento specifico.
Questo è il modo per passare ad una propriocezione e una capacità cinestetica più acuta e affinata, dove i progressi vanno di pari passo con lo sviluppo, l’affinamento dei sensi, delle capacità di percezione e di autoconsapevolezza.
È indispensabile per me trattare ernie, protrusioni, rettilinizzazione lombare, o problemi alla schiena anche più gravi attraverso la riduzione dei compensi e favorendo le posture antigravitazionali e antalgiche. Devi sapere che l’uomo pur di non soffrire, fa di tutto, si flette, si piega, e Riduce la sua mobilità. questo avviene quando andiamo a Ridurre la quantità di movimenti durante la giornata punto Ecco perché l’esercizio fisico è l’antinfiammatorio migliore per ridurre il mal di schiena dopo i 50 anni punto per vivere in modo confortevole di solito inventiamo degli schemi di compenso e delle soluzioni posturali che reagiscono ad un disagio o a un dolore.
I compensi posturali cosiddetti fungono da sistema tampone che altera momentaneamente la postura. Se questa non viene rieducata in tempo utile, le parti del corpo risentiranno di tutto ciò con manifestazioni di scarso rendimento, con dolore e degenerazione articolare precoce.
All’interno sempre dei nostri percorsi, non vado soltanto a ritagliare l’esercizio fisico settimanale come un sarto fa con un abito della sposa, in maniera personalizzata programmata e strutturata nel tempo. è importante per me anche informare che ogni deformazione subita attraverso un trauma fisico o psichico viene rimediata dal nostro corpo con instaurarsi di una postura adattativa compensata, con soluzioni biologiche che il corpo ricerca fra tutte le sue possibilità genetiche allo scopo di sopravvivere con il massimo comfort in funzione del presente.
Per favorire le posture antigravitazionali Dobbiamo prendere in considerazione i rapporti equilibrati tra testa collo e tronco. se entri nella maggior parte delle palestre in Italia Purtroppo questo è un fattore ancora misconosciuto dagli addetti ai lavori, che fanno fare spesso movimenti a persone con patologie che non dovrebbero proprio fare. in questo modo vanno a peggiorare la loro condizione, e non è raro che l’esercizio fisico diventa poi un problema più che una soluzione. quando gli allineamenti sono alterati il corpo non risponde in maniera ottimale alla forza di gravità e perde la capacità di sostenersi senza fatica.
Secondo questi principi si articola il nostro metodo per riportare la salute nelle persone, ridurre la sintomatologia dolorosa e alzare la qualità della vita. imitare un movimento senza percepire le sensazioni di benessere che esso provoca corrisponderebbe la riproduzione meccanica ed esteriore di una forma Appunto Invece lavorare nelle sensazioni di benessere vuol dire imparare a distendere i muscoli e non affaticarli eccessivamente come afferma la tecnica dell’antiginnastica. col sottili mobilizzazioni delle fibre muscolari si ricercano sensazioni piacevoli provocate dall’allungamento muscolare statico e dalle lente mobilizzazioni articolari le quali permetteranno di percepire al meglio le nuove posture corrette. se hai dolori diffusi Oppure localizzati in un determinato punto della schiena, se ti hanno diagnosticato delle patologie o disfunzioni posturali puoi benissimo incominciare un percorso di rinascita insieme a noi dove avrai la possibilità di seguire anche delle lezioni in One To One con me.
ti insegnerò a muoverti secondo i dettami della natura. grazie ad un lavoro cosciente giudizioso punto in questo modo la tua schiena Si raddrizzerà e troverà una posizione comoda senza sforzo, assumendo una posizione eretta come se non tollerasse più di essere arcuata. ogni muscolo è pronto a svolgere la propria attività senza artificiosità nel rispetto delle sue naturali capacità. Se vuoi iniziare insieme ti lascio il link qui sotto, dove puoi compilare il form in basso parlandomi un pochino di te. Ti risponderò nel giro di 24/48 ore.
I principi di base dei quali ti sto parlando adottano un ritmo proprio di lavoro senza mai forzare il movimento, trovando una giusta dose di lavoro e un adeguato ritmo di esecuzione inteso come velocità lenta e sotto controllo pieno della respirazione.
Hai mai avuto la sensazione durante la giornata di far fatica a respirare?
Se al termine di una seduta di ginnastica posturale sintomi di stanchezza e affanno sono evidenti, Allora vuol dire che quello che hai fatto non ha ancora trovato la giusta intensità di lavoro.
le manifestazioni di sudore e arrossamento Durante l’esecuzione degli esercizi, oppure la fame, il freddo o il Sonno Alla fine degli esercizi, sono fisiologiche determinate dalla risposta del sistema nervoso simpatico che regola la vita vegetativa comandante in modo involontario i sistemi vascolari e tutti gli altri apparati.
I principi di base per ridurre il mal di schiena dopo i 50 anni e utilizzare l’esercizio fisico come il miglior antinfiammatorio si basano sull’allungamento delle catene muscolari corporee. questo principio invita a considerare i muscoli in modo dipendente l’uno dall’altro, collegati tra di loro attraverso strutture connettivali per formare catene muscolari che ci permettono nella pratica ginnica di allungare un insieme di muscoli e non soltanto uno.
Gli esercizi di allungamento muscolare hanno lo scopo di mettere in tensione le catene muscolari fasciali e connettivali per ridurre le tensioni ed eliminare compensi che il tuo corpo mettine inevitabilmente in atto per sfuggire ad un disagio.
all’interno dei nostri percorsi di rinascita gli allievi imparano a percepire meglio l’intero corpo e a gestire le tensioni dal momento in cui l’allungamento globale delle catene muscolari ha fatto emergere le cause primarie del disagio, appartenente quasi spesso al passato ma responsabile del mal di schiena presente oggi.
Attività fisica consigliata dopo i 50 anni per mal di schiena
Quando parliamo di colonna vertebrale dobbiamo tener presente quanto sia importante rinforzare la muscolatura globale anche e in particolare i muscoli intrinseci di tipo tonico. I punti di appoggio sono la muscolatura vertebrale intrinseca che permette di mantenere posture statiche senza fare sforzo e sacrificio.
Allenare la muscolatura profonda rinforzando con movimenti lenti, posture statiche tenute per qualche secondo, abbassa intensità contrattile e allungando la muscolatura vertebrale superficiale che muove la colonna in toto, vuol dire riequilibrare la postura per ottenere dal corpo la massima efficienza.
Basta che una sola vertebra si allontani dall’allineamento perché tutta la struttura ne risenta le sue conseguenze.
Ricordati sempre che forza resistente e dell’elasticità sono caratteristiche fondamentali che devono svilupparsi parallelamente la capacità di un soggetto di usare correttamente e nel momento giusto tali strutture muscolari. Alla base di molte problematiche della colonna vertebrale dopo i 50 anni ci sono le difficoltà ad attivare i muscoli posturali e all’occorrenza. gli esercizi posturali che proponiamo all’interno dei nostri percorsi permettono di fare acquisire la capacità di controllo della loro azione.
Ginnastica per la colonna vertebrale dopo i 50 anni
Durante le sedute personalizzate che avvengono nei nostri percorsi di allenamento in One To One direttamente con me, Faccio eseguire esercitazione di tipo ergonomico come sollevare dal suolo un piccolo un grande oggetto, Leggero o pesante, sedendosi e rialzandosi da una sedia, mantenendo una postura di lavoro o distribuendo i carichi sulla colonna in modo da riuscire a utilizzarla con il massimo comfort e il minimo sforzo.
La simulazione delle posture lavorative e delle attività quotidiane più ripetitive permette di far acquisire una nuova mentalità un diverso modo di ragionamento e comportamento, che consente di rispondere alle mille richieste professionali e alle situazioni impreviste, riducendo così le sollecitazioni meccaniche rachidee durante le consuete attività di tutti i giorni.
Ridurre il mal di schiena dopo i 50 anni senza farmaci
Per agire con il massimo comfort, la massima sicurezza ed efficacia, l’essere umano deve ispirarsi a gesti e posture basate su quattro principi:
- utilizzo degli arti inferiori
- l’utilizzo degli arti superiori
- sovrapposizione dei centri di gravità
- utilizzo di appoggio anteriori
Le posture fondamentali sono:
- la postura a sedile
- la postura del sollevatore di pesi
- l’affondo dello schermitore
- il gesto dell’archetto
- la postura dei portici
Per essere in grado di trasportare, sollevare o riporre un oggetto bisogna conoscere la tecnica, in modo da garantire una perfetta gestione della colonna vertebrale, che rispetti alcuni principi legati alla biomeccanica umana.
Quando sollevi un carico pesante dalla stazione eretta devi tener presente di avvicinarti al carico con gambe divaricate e fa e coincidere il centro della gravità del carico con la linea di gravità del soggetto, aumentando il suo poligono di appoggio.
Non solo: il carico va afferrato piegando gli arti inferiori, le braccia tese, il busto inclinato anti, e la nostra colonna vertebrale in auto-allungamento, mantenendo le curve fisiologiche.
Se ci pensi questa è la posizione dell’esercizio dei piegamenti sulle gambe che vedi che viene fatto in palestra. è importante sollevare il carico estendendo gli arti inferiori, flettendo gli arti superiori, bilanciando il corpo all’indietro e contemporaneamente estendendo la schiena qualora l’accosciata sia minore a causa della poca mobilità dell’articolazione della caviglia.
È importante utilizzare la reazione del carico determinata dagli impulsi degli arti superiori ed inferiori servendosi della velocità acquisita dal carico per svolgere l’azione di appoggiare l’oggetto sulla coscia e, in caso in cui il ripiano è ad un’altezza media, flettere maggiormente l’anca, mentre la gamba di sostegno sarà leggermente piegata. Nel caso bisogna sollevare o appoggiare al suolo un oggetto piccolo e leggero, una soluzione alternativa è quella di ricorrere al gesto della bilancia.
Ernia del disco: la ginnastica antinfiammatoria dopo i 50 anni
Un disequilibrio posturale non necessariamente indica un problema causativo a livello delle entrate sensoriali. Può però essere collegato ad una scorretta integrazione centrale e ad un problema di elaborazione centrale dello schema corporeo.
Una delle ragioni di questo disinteresse può essere ravvisata nel modello associazionista di Pavlov adottato in larga misura anche in posturologia e che interpreta l’atteggiamento posturale come la risposta prodotta dal SNC dopo una elaborazione delle informazioni afferenti in entrata.
La semplicità dell’associazionismo “stimolo-risposta” appare un limite, perché semplifica un processo estremamente fine e articolato e non rappresenta tutti i complessi meccanismi di anticipazione e adattamento (feed-forward, feed-back). Nel caso di algie forti e dolori successivi ad un ernia del disco la metodica dell’approccio sulle catene muscolari prevede un approccio globale. La valutazione degli squilibri posturali e muscolo articolari va relazionata con problematiche mal occlusali e disturbi delle articolazioni temporo-mandibolari, disturbi visivi, vestibolari, podalici, viscerali, cicatrici cutanee, ecc.
Insomma con tutti quei protagonisti, recettori attivi, del sistema tonico posturale. Soltanto in secondo momento si interviene attraverso il riequilibrio delle tensioni delle catene muscolari fasciali e connettivali, utilizzando un approccio integrato tra tecniche posturali globali, che utilizzano posture di allungamento e di riequilibrio al fine di mantenere, per quanto è possibile, il corpo in armonia su tutti gli aspetti della vita.
Protrusioni lombari, quale approccio seguire
Lo stadio precedente alla formazione di un’ernia del disco è la protrusione. Il disco non viene espulso totalmente in questo caso, e possono verificarsi anche qua problematiche dolorose dopo, qualora la persona fosse in forte sovrappeso, la diminuzione del peso comporterebbe il primo step da seguire.
La rieducazione posturale deve tener conto: – della «sindrome da ipocinesia» che colpisce buona parte della popolazione adulta costretta a trascorrere molto tempo della giornata seduta sulla scrivania creando non soltanto uno stato di stress quasi permanente, ma anche ripercussioni negative sulle funzioni della colonna vertebrale, sulla respirazione, sulla circolazione, sul metabolismo, ecc.; – del sintomo doloroso quando è presente.
Inizialmente la scelta delle posizioni di partenza e degli esercizi deve rispettare le finalità del programma antalgico e successivamente verranno inserite le tecniche specifiche.
Educazione comportamentale teorico-pratico per evitare posture incongrue, sovraccarichi, microtraumi ripetuti e per imparare a gestire il proprio disturbo prevenendo le recidive.
Apprendimento di movimenti sostitutivi al fine di diminuire le sollecitazioni meccaniche rachidee durante le attività quotidiane.
Riequilibrio posturale e automatizzazione dell’assetto posturale corretto, utile a non stressare le faccette articolari e a combattere i danni tessutale.
Mantenimento della mobilità articolare del rachide per consentire il metabolismo riparativo dei tessuti lesi (disco, legamenti, cartilagini).
Mantenimento della mobilità articolare del cingolo scapolare e pelvico.
Incremento della forza dei muscoli della parete addominale, dei muscoli intrinseci della CV e del dorso, della muscolatura degli arti superiori, dei glutei e arti inferiori.
Il miglior antinfiammatorio per il mal di schiena dopo i 50-60 anni passa attraverso l’educazione comportamentale teorico-pratico per evitare posture incongrue, sovraccarichi, microtraumi ripetuti e per imparare a gestire il proprio disturbo prevenendo le recidive.
Attraverso l’apprendimento di movimenti sostitutivi al fine di diminuire le sollecitazioni meccaniche rachidee durante le attività quotidiane.
Il riequilibrio posturale e automatizzazione dell’assetto posturale corretto, utile a non stressare le faccette articolari e a combattere i danni tessutali. Il mantenimento della mobilità articolare del rachide per consentire il metabolismo riparativo dei tessuti lesi (disco, legamenti, cartilagini) è di vitale importanza tanto quanto il mantenimento della mobilità articolare del cingolo scapolare e pelvico.
Non da meno, e questo le persone che seguono i nostri percorsi di rinascita esclusivi e personalizzati lo sanno bene, è l’incremento della forza dei muscoli della parete addominale, dei muscoli intrinseci della colonna vertebrale e del dorso, della muscolatura degli arti superiori, dei glutei e arti inferiori.
Per fare questo la posizione di partenza negli eserczi deve essere indolore, antigravitaria (decubito, seduto con la schiena appoggiata su di un piano inclinato), confortevole (utilizzo di supporti morbidi da utilizzare all’occorrenza) e attuabile (adattata alle reali possibilità del soggetto tenendo conto delle limitazioni funzionali).
Gli esercizi devono essere eseguiti lentamente, adottando un ritmo proprio che rispetti le caratteristiche fisiologiche (controllo neuromuscolare, coordinazione segmentaria e globale del corpo) e psicologiche (tipo caratteriale) del soggetto, impegnando gradualmente tutta la persona, con alternanza di contrazioni/decontrazioni, movimenti armoniosi e coordinati al ritmo del respiro.
Se sei alle prese con una condizione di mal di schiena cronico il miglior antinfiammatorio naturale per mal di schiena è l’esercizio fisico supervisionato da un professionista chinesiologo.
Stai pensando come iniziare?
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Forse è arrivato il momento per te di ritrovare un po’ di serenità e svegliarti la mattina felice di non avere più dolori.
Qua trovi le linee guida mondiale dell’OMS sull’attività fisica per la salute.