Negli ultimi anni si sta sempre più diffondendo in ambiente scientifico il concetto di “epigenetica

in relazione alla nostra salute.Vediamo meglio di che si tratta.

Il termine è stato coniato nel 1942 dal biologo britannico Conrad Waddington ed identifica una branca della biologia che studia le interazioni tra i geni presenti all’interno del DNA e l’ambiente.

Le basi dell’epigenetica sono articolate e si traducono fondamentalmente nelle cosiddette

“modificazioni epigenetiche”.

 

epigenetica

Per semplificare, queste modifiche non interessano la struttura di base del DNA ma bensì l’attivazione o lo spegnimento dell’attività di alcuni geni e quindi operano al di sopra del DNA (dal greco “epi”= sopra).

E’ stato infatti dimostrato che la corretta nutrizione, l’esercizio fisico regolare e pratiche di rilassamento mentale (es. tecniche di respirazione, yoga, meditazione) sono in grado di influenzare positivamente l’espressione di alcuni geni coinvolti nella protezione dall’infiammazione e ossidazione cellulare.

Riguardo alla nutrizione, gli studi scientifici consigliano di privilegiare il consumo di cibi vegetali, limitando invece il consumo di zuccheri, grassi e prodotti lavorati.

In quest’ambito, un modello molto studiato ultimamente è quello della “restrizione calorica” senza malnutrizione (vale a dire che prevede l’assunzione di tutte le vitamine e i sali minerali necessari).

Numerosi esperimenti e studi condotti su diverse specie di animali ma anche nell’uomo, hanno infatti dimostrato che una riduzione intorno al 30% dell’introito calorico giornaliero è efficace nel contrastare o posticipare le patologie croniche tipiche dell’invecchiamento ed aumentare di conseguenza l’aspettativa di vita (attraverso una regolazione positiva dei livelli nel sangue di glucosio, trigliceridi, colesterolo, pressione arteriosa e una riduzione dell’infiammazione generale).

A livello cellulare, la restrizione calorica agisce sul piano epigenetico attraverso l’attivazione di geni coinvolti nella riparazione dei danni al DNA e nella difesa dai radicali liberi, oltre a favorire meccanismi che rimuovono l’accumulo di proteine tossiche all’interno delle cellule.

Come alternativa alla diminuzione dell’introito calorico, molto recentemente si sta affacciando nel mondo scientifico il concetto di “time-restricted feeding”cioè il consumo di tutte le calorie giornaliere in un arco temporale ristretto di 8-10 ore, con un conseguente periodo di digiuno di 14-16 ore.

Esperimenti preliminari sugli animali indicano che questa metodica sia in grado di produrre gli stessi effetti della restrizione calorica, ma gli studi sull’uomo sono ancora in corso.

Per quanto concerne invece l’esercizio fisico, viene consigliato di abbinare un’attività di tipo aerobico (es. camminata veloce, corsa, bicicletta) ad un’attività di tipo anaerobico (es. allenamento con i pesi) per mantenere una buona massa muscolare, la cui contrazione ripetuta sembra favorire modificazioni epigenetiche benefiche.

A questo proposito, si ipotizza che gli effetti epigenetici possano anche svolgere un ruolo importante nella determinazione del potenziale atletico di un individuo, sulle caratteristiche prestazionali e sulla suscettibilità verso alcune patologie.

Saranno necessarie ricerche future per approfondire meglio questi interessanti aspetti.

 

 

Negli ultimi tempi poi il mondo scientifico ha iniziato ad indagare gli effetti profondi di pratiche come lo yoga o la meditazione.

E’ stato ad esempio pubblicato un lavoro scientifico che ha confrontato l’espressione genica tra un gruppo di meditatori esperti dopo otto ore di meditazione e un gruppo di soggetti di controllo sottoposti ad otto ore di rilassamento.

Nei risultati è stato riscontrato che alcuni geni dell’infiammazione (i medesimi su cui agiscono i farmaci antinfiammatori) erano disattivati nel gruppo dei meditatori.

In un altro studio, è stata invece confrontata l’espressione genica tra persone che praticavano yoga insieme a meditazione (due ore al giorno per quattro giorni) e persone che camminavano ascoltando musica; nel primo caso si è registrato un cambiamento dell’attività di 111 geni mentre nel secondo caso solo di 38.

Queste prime ricerche testimoniano quindi l’importanza anche della sfera spirituale per la nostra salute e benessere.

Le nostre cellule sono sensibili agli insulti di varia natura (chimica, fisica, ecc.) che riceviamo nella vita di tutti i giorni ed è stato dimostrato che agendo a livello dell’epigenetica, si possono trasmettere alle successive generazioni le varie informazioni sui geni, testimoniando l’importanza del perseguire corretti stili di vita.

 

Ritornando all’esercizio fisico, è stato pubblicato uno studio sulla rivista scientifica “Epigenetics” che mostra come l’allenamento di resistenza di lunga durata agisce provocando delle modificazioni epigenetiche localizzate.

Lo studio ha coinvolto 23 volontari, uomini e donne giovani e sani, che si sono allenati sulla cyclette e con esercizi di estensione del ginocchio, utilizzando una sola gamba e l’altra solo con funzione di controllo.

L’addestramento è consistito in quattro sessioni settimanali, di 45 minuti ciascuna, per tre mesi.

Tramite le biopsie dei muscoli scheletrici, sono stati misurati vari fattori, come il metabolismo del muscolo e l’attività di oltre 20mila geni.

I risultati hanno evidenziato che l’attività fisica è in grado di stimolare favorevolmente l’espressione di alcuni geni, coinvolti soprattutto nel metabolismo degli zuccheri, e che parte della variabilità nell’espressione genica può essere identificata attraverso la metilazione, la quale costituisce una delle più importanti modificazioni epigenetiche.

Uno dei messaggi che si possono dare è quello che la predisposizione genetica gioca senz’altro un ruolo nell’aumentare il rischio di sviluppare malattie (es. diabete, cardiopatie) ma agendo dall’esterno con le nostre sane abitudini possiamo vivere in benessere.

Questo è dimostrato anche da studi condotti su gemelli omozigoti, cioè identici dal punto di vista genetico: non più del 25% del rischio di ammalarsi dipende dalla predisposizione genetica, il resto è condizionato dall’ambiente e dalle nostre azioni.

Da ciò ne deriva che possiamo veramente essere fautori della nostra salute attraverso scelte quotidiane consapevoli che vanno ad agire in profondità all’interno delle cellule senza che noi ce ne accorgiamo.

 

Fonti: Franco Berrino e Luigi Fontana, La Grande Via, Mondadori, Milano 2017

Dott. Marco Lombardi, Medico specializzando in Patologia Clinica e Biochimica Clinica

 

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Chi è il dottor Marco Lombardi?

Dopo aver conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Brescia, ha intrapreso il percorso di specializzazione in Patologia Clinica e Biochimica Clinica presso lo stesso ateneo, è attualmente socio con la Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica.

Coltiva la passione per la Nutrizione Umana, l’Integrazione Alimentare e l’Endocrinologia anche nell’ambito sportivo. I suoi interventi sono richiesti nei più prestigiosi convegni sulla medicina di laboratorio, la nutrizione e la medicina funzionale.

 

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