In questo articolo vedremo le interazioni che ti possono essere tra alcuni alimenti e la funzionalità tiroide.

RACCOMANDAZIONI: le indicazioni che troverai nell’articolo sono a scopo puramente divulgativo. Prima di iniziare un nuovo regime alimentare consultati prima con il tuo medico di fiducia o l’endocrinologo che ti sta curando.

Alimenti che fanno male alla tiroide: i gozzigeni

Le molecole gozzigene sono delle sostanze che impediscono al nostro corpo di utilizzare correttamente lo iodio per la produzione di ormoni tiroidei. Il reale problema è rappresentato dall’isotiocianato, che induce l’effetto Chaikoff.

Cosa fa nello specifico?  Si lega allo iodio e riduce la possibilità di essere usato dalla stessa tiroide.  Se però cuoci questi alimenti o vengono fermentati,  l’azione negativa viene disattivata. Sto parlando del gruppo della famiglia delle crucifere, in particolare di:

  • broccoli

  • rucola

  • rape verdi

  • crescione

  • cavolini di bruxelles

  • cavolo rosso, nero e verde

  • cavolfiore

L’unica attenzione che devi avere è di non prolungare troppo la cottura. Se è vero che disattiva la molecola della quale ti stavo parlando, non vanno persi i nutrienti anti aging di questi alimenti, tra i quali ritroviamo il sulforafano.

Alimenti che fanno male alla tiroide: soia

È uno degli alimenti al centro di discussioni mondiali nelle tavole rotonde della scienza per la sua famigerata interazione con l’assorbimento della levotiroxina, l’ormone sintetico somministrato in caso di ipotiroidismo nella terapia farmacologica. Alcuni studi non hanno mostrato alcun effetto e altri invece hanno mostrato un effetto sulle donne. Sembra comunque in linea generale che un consumo eccessivo di soia, vicino all’assunzione del farmaco, ne riduca l’assorbimento intestinale e l’interazione tra gli isoflavoni della soia stessa e la produzione degli ormoni tiroidei. Far passare almeno quattro ore sembrerebbe evitare l’interazione con il farmaco.

Alimenti che interferiscono con i farmaci per la tiroide: fibre e cereali integrali

L’assunzione di alimenti ricchi di fibre troppo ravvicinate all’assunzione del farmaco possono influenzarne l’assorbimento. Questo non vuol dire che la dieta dovrà essere povera di fibra, ma basterà stare attenti al timing d’assunzione.

Alimenti che interferiscono con i farmaci per la tiroide: l’alga kelp

L’alga kelp viene spesso nominata e ne viene proposto il suo utilizzo per via del suo  contenuto di iodio nelle carenze alimentari dello stesso e come integratore per dimagrire. E’ un’ottima fonte di minerali e viene consigliata spesso quando c’è stitichezza. Un suo uso sembra interferire con il normale metabolismo tiroideo, soprattutto in condizioni di rischio di ipertiroidismo. Kelp può aggravare i disturbi della tiroide esistenti. Questa alga dovrebbe essere evitata nei pazienti che soffrono di disturbi della tiroide, indipendentemente dal fatto che stiano assumendo o meno altri integratori. 

Ad oggi non mi risulta che l’autorità europea che si occupa del controllo sulla sicurezza alimentare e di supplementi nutraceutici ne giustifichi l’uso.

Qui leggi uno studio preso in esame appunto dall’EFSA https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/5604

Alimenti che interferiscono con i farmaci per la tiroide: il caffè

Il caffè può interferire con l’assorbimento della levotiroxina. La cosa migliore, dopo l’assunzione del farmaco, sarebbe quello di aspettare un oretta. Tieni presente che se hai una disfunzione tiroidea associata a problemi il ferro, l’assunzione di caffè si è dimostrata controproducente quando viene bevuto vicino ad alimenti ricchi di questo minerale. Un’altra osservazione importante da fare sul caffè è che, se da una parte ha un’azione stimolante sul sistema eccitatorio e benefica quando ci sono patologie come il diabete, dall’altra parte enfatizzerebbe gli stati di tachicardia tipici dell’ipertiroidismo e di ansia in generale. Oltre anche a disturbare il sonno. Quest’ultimo fattore dipende anche dalla nostra genetica.

ALIMENTAZIONEperlatiroide

Dieta senza glutine per ipotiroidismo di Hashimoto – pubblicazione del 2022

La divulgazione scientifica della dieta senza glutine ha alcuni aspetti che ne rispecchiano un po’ una moda nel trattamento della malattia di Hashimoto. I pochi studi al riguardo non confermano cambiamenti positivi derivanti da una dieta priva di glutine. Allo stesso tempo, è in aumento la presenza di altre malattie autoimmuni in concomitanza. Una review molto interessante uscita nel 2022 ha ricercato nel database di PubMed se ci sono studi che mettono in relazione una dieta priva di glutine, la malattia di Hashimoto e le malattie autoimmuni. Analizzando la letteratura disponibile, non sono state trovate basi per iniziare una dieta priva di glutine per la gestione di Hashimoto.

Al momento non ci sono prove scientifiche, secondo questa review, che una dieta priva di glutine sia benefica nella malattia di Hashimoto. 

Sembra che il glutine debba essere eliminato solo da pazienti affetti da celiachia o sensibilità al glutine, che possono comunque coesistere con la malattia di Hashimoto. 

Una dieta priva di glutine non influisce sulla concentrazione degli ormoni tiroidei e, che per ridurre il processo infiammatorio in corso nel corpo, dovrebbe essere implementata una dieta antinfiammatoria per lo più a base vegetale. 

Integrare (per compensare le carenze) la dieta con minerali come selenio, iodio, magnesio, zinco e rame è più importante per i pazienti di Hashimoto che eliminare il glutine stesso. 

Dieta a basso contenuto di carboidrati

Prima di concludere questo articolo sugli alimenti fanno male alla tiroide, volevo rispondere ad una domanda molto frequente che mi fanno le persone all’interno del nostro gruppo privato su facebook dedicato all’Allenamento per la salute della tiroide.

“Nella dieta low carb i carboidrati non si possono mangiare?”

Fermati, non è così. Ora vorrei chiarire quanti carboidrati dovrebbero essere presenti nella tua dieta per la tiroide per parlare di low carb diet.

Dal 1860 le diete povere di carboidrati (a basso contenuto di carboidrati) sono state una strategia per la perdita di peso. Oggi, continua ad esserci un interesse per gli approcci a basso contenuto di carboidrati, a volte storpiandone il significato e la percentuali con le quali rapportarci con questo macronutriente. 

Sebbene tutti gli approcci a basso contenuto di carboidrati riducano l’assunzione complessiva di carboidrati, non c’è un chiaro consenso generale scientifico su ciò che definisce una dieta a basso contenuto di carboidrati. 

I 3 macronutrienti principali della nostra dieta sono i carboidrati (4 kcal/g), i grassi (9 kcal/g) e le proteine ​​(4 kcal/g) presenti negli alimenti. Pertanto, gli studi hanno definito un basso contenuto di carboidrati come una percentuale dell’assunzione giornaliera di macronutrienti o del carico giornaliero totale di carboidrati. Una pubblicazione di quest’anno, che puoi leggere qui , ha definito:

  1. dieta a contenuto di carboidrati molto basso (meno del 10% di carboidrati) o da 20 a 50 g/giorno, tipica della chetogenica;

  2. dieta a contenuto di carboidrati basso(meno del 26% di carboidrati) o meno di 130 g/giorno anche propriamente detta dieta “low-carb”;

  3. dieta a contenuto di carboidrati moderato (dal 26% al 44%);

  4. dieta a contenuto di carboidrati alto (45% o superiore)

Per riferimento, l’istituto di medicina americano propone che si ottengano dal 45% al ​​65% delle calorie dai carboidrati nella dieta quotidiana. Ora sai cosa significa mangiare low carb e sai quanto dovrebbe essere il tuo consumo giornaliero qualora decidessi di seguire questo regime dietetico per la salute della tua tiroide.

Spero con questo articolo di averti chiarito qualche dubbio e qualche falsa credenza che giro attorno all’alimentazione adatta con disfunzione tiroidea. All’interno dei nostri percorsi di educazione alimentare insegniamo come leggere le etichette nutrizionali, a migliorare il rapporto con il cibo e a scegliere in piena autonomia il regime più adatto al tuo stile di vita.

Approfondisci dando un’occhiata ai nostri percorsi dedicati 

>> PERCORSI DI RINASCITA PER LA TIROIDE

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Davide Teggi

davideteggi

esperto in dismetabolismi – docente formatore –|
Chinesiologo  –Magistrale in Nutrizione Umana LM 61|
società italiana dell’Osteoporosi e metabolismo minerale
ASSOIP  professionisti della nutrizione – N° iscrizione  30712011980 
fondatore Fitness 40+ www.fitness40.it | 

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