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Questa categoria di farmaco ha visto il suo avvento negli anni ‘70 ed utilizzo ancora oggi molto per questa malattia. Prima però lascia che mi presenti.
Mi chiamo Davide Teggi, sono un chinesiologo specializzato nell’esercizio fisico adattato per persone con patologie osteo-articolari e sono membro della SIOMMMS, Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo. Minerale e delle Malattie dello Scheletro. Nei miei studi ho dovuto, e l’ho fatto anche con piacere, studiare tutte le cure farmacologiche per questa patologia.
Tra queste anche chiaramente quella con i bifosfonati.
Spesso mi capita di conoscere persone che sono totalmente terrorizzate dal loro utilizzo e mi chiedono delucidazioni.Ogni caso è diverso, pertanto rimando sempre al medico il consiglio che purtroppo non sempre tende ad informare efficacemente la persona degli effetti dell’uso dei bifosfonati.
Cosa sono i bifosfonati
L’osteoporosi è una malattia metabolica dove l’attività di riassorbimento del tessuto osseo diventa maggiore rispetto alla sua formazione. I bifosfonati sono farmaci sintetici di simil-pirofosfato che hanno una grande affinità con il calcio. Si legano ai siti ossei e si depositano sulla superficie inibendo il riassorbimento appunto e rimangono nell’osso anche per 10 anni. Vengono utilizzati anche nei tumori maligni che attaccano il tessuto osseo. Ad oggi le industrie farmaceutiche sintetizzano sempre più nuove tipologie di bifosfonati. Esistono bifosfonati definiti di prima generazione, come l’etidronato, il clodronato e il tiludronato e di seconda generazione come gli aminobifosfonati quali il pamidronato, l’alendronato, l’ibandronato e il risedronato. Tra quelli di terza generazione avi è l’acido zoledronico. Le differenze tra le due generazioni di farmaci sono sull’efficacia e per il meccanismo d’azione.
I farmaci bifosfonati di ultima generazione hanno una grande potenza. La differenza è anche sulla modalità d’assunzione, visto che alcuni vengono assunti per via parenterale come il zolendronato. Questo è importante per quanto riguarda la biodisponibilità del farmaco. La biodisponibilità è la capacità della parte attiva del farmaco di raggiungere il sito d’azione. Quella dei bifosfonati orali è al massimo del 5% per via del suo passaggio nell’intestino. Di quel 5% solo il 50% arriva a svolgere il suo compito sull’osso, il resto è eliminato con le nostre urine. In particolare le compresse vanno prese a digiuno e non ci si deve stendere nelle ore successive. Quando avviene la somministrazione per via endovenosa ci possono essere effetti come febbre e dolori diffusi fino al giorno seguente. Ad alte dosi può dare alterazioni della capacità di filtrazione dei nostri reni. I bifosfonati hanno una grande selettività per l’osso per la loro affinità con il calcio. Questo è anche un motivo per il quale persone con problemi cardiovascolari, come per esempio le aritmie, dovrebbero evitare il trattamento per via parenterale.
Meccanismo d’azione dei bifosfonati
I bifosfonati agiscono inibendo l’attività degli osteoclasti, le cellule che favoriscono il riassorbimento dell’osso, promuovendone anche l’apoptosi (morte cellulare programmata). Al tempo stesso favoriscono invece l’attività degli osteoblasti, le cellule invece che aumentano la formazione di tessuto osseo. In generale rallentano il turnover osseo, fino a sopprimerlo in caso di uso prolungato. Riduzione però la capacità di rimaneggiare e “riparare” la struttura ossea in caso di traumi o infezioni. I bifosfonati sono rapidamente eliminati dal plasma ma possono persistere nell’osso per tutta la vita.
Effetto dei bifosfonati nelle malattie oncologiche
I bifosfonati vengono utilizzati anche in alcuni tipi di cancro favorendo l’apoptosi e inibendo la crescita delle cellule neoplastiche e potenziano anche altre terapie in corso. In particolare riducono la proliferazione e vitalità delle cellule tumorali e l’angiogenesi.
Effetti collaterali bifosfonati
L’effetto maggiormente sotto discussione medica è la produzione di necrosi delle ossa mascellari. C’è da dire che è una complicanza rara che prevede appunto la distruzione dell’ossa quali mandibola o mascella.Gli studi degli ultimi anni hanno evidenziato come l’osteonecrosi è presente comunque anche nelle persone non trattate con farmaci come i bifosfonati. Sintomi come dolori, oppure gonfiore durante la terapia insospettiranno comunque il medico curante. Nel nostro staff c’è anche il medico specializzato in osteoporosi del quale ti puoi avvalere qualora decidessi di iniziare un percorso per trattare l’osteoporosi con lo stile di vita e migliorarla.
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Ci avvaliamo della collaborazione con i più grandi professionisti della medicina anti aging, specializzati nel trattamento naturale della patologia, che operano utilizzando strategie operative e preventive del settore atte a consentire alle persone di correggere, ottimizzare e integrare nella propria quotidianità le tecniche più innovative del settore con il fine di ottenere un miglioramento globale della qualità di vita.
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Tieni presente comunque che reazioni allergiche, che capitano di rado, oppure disturbi gastrointestinali o respiratori possono accadere come per tutte le categorie di farmaci. Stesso discorso per l’efficienza renale in relazione all’assunzione di bifosfonati. L’importante comunque è seguire sempre le raccomandazioni del medico che ti stai curando.
Un altro effetto collaterali dei bifosfonati per l’osteoporosi è il rischio di fratture trocanteriche atipiche. Questo rischio si può evitare alternando la terapia con farmaci che agiscono in maniera diversa con la famigerata terapia sequenziale.
Sport per osteoporosi al posto dei bifosfonati
Molte persone che incontro quotidianamente durante le mie consulenze Mi chiedono se l’esercizio fisico mirato possa sostituire la terapia col farmaco di sintesi dei bifosfonati. Premesso che ogni caso va visto in maniera specifica, l’allenamento per l’osteoporosi riguarda tutto ciò che ha a che fare con lo stile di vita per ridurre il rischio caduta e quindi di frattura, e migliorare la densità minerale ossea. Va tenuto presente che comunque non è un farmaco e ci sono dei casi dove la terapia concomitante dei bifosfonati con l’inizio dell’esercizio fisico mirato amplifica i risultati. il concetto di base è che iniziare a muoversi è l’aspetto primario per prevenire e trattare l’osteoporosi, cercando attraverso il miglioramento dell’attività motoria di rallentare o bloccare l’avanzare della malattia.
Alcune persone all’interno dei nostri percorsi sono riuscite a migliorare la MOC senza utilizzare bifosfonati consigliati dal medico attraverso il miglioramento dello stile di vita. ti lascio qua da vedere qualche testimonianza, come quella di Rina.
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L’aspetto comunque che voglio sottolineare in questo articolo è che l’esercizio fisico non va a essere un sostitutivo della terapia di bifosfonati qualora il medico decidesse che questa sia la miglior cura.
I benefici di un programma strutturato da un professionista specializzato nell’osteoporosi offrono la possibilità di migliorare la qualità di vita in tutti i suoi aspetti, indipendentemente dall’osteoporosi stessa. La riduzione del rischio caduta, il miglioramento dell’equilibrio, sentirsi più forti, più stabili, avere un miglioramento del sistema cardiovascolare, trasformare il tessuto adiposo in tessuto muscolare attivo metabolicamente, e ridurre l’invecchiamento generale. Il nostro approccio si discosta da quello classico della medicina funzionale che tende a curare il sintomo attraverso il farmaco.
Intervenendo invece a priori sullo stile di vita siamo in grado di manipolare la nostra salute, per quanto possibile, cercando di risolvere a priori le motivazioni che possono averci portato all’insorgenza dell’osteoporosi.
Un’alimentazione carente, una mancanza di attività fisica e una ridotta esposizione solare sono tre fattori che incidono in modo determinante sul metabolismo osseo. Pertanto il farmaco non potrà mai agire su di essi e sulla causa reale, che non sempre però può essere collegabile a un discorso legato allo stile di vita. Pensiamo per esempio all’osteoporosi secondarie.
Quanto dura la terapia dei bifosfonati
Nella terapia dei bifosfonati studi hanno evidenziato che il rapporto rischi benefici dipende dal tipo di bifosfonato utilizzato e dalla rivalutazione del rischio fratturativo dopo 3-5 anni. Il problema principale legato alla sua efficacia è legata alla compliance del paziente e alla sua capacità di aderire al percorso. Infatti 1 persona su 2 lascia la cura dopo il primo anno senza avere benefici sul rischio d’incidenza di nuove fratture da fragilità.
L’articolo, oltre al ruolo descrittivo ed informativo sui farmaci dei bifosfonati, ha la volontà di sensibilizzarti su tutti i pro e i contro che le evidenze scientifiche propongo ad oggi su questa categoria di farmaci che risulta essere ad oggi comunque molto promettente.
Abbiamo comunque la necessità di comprendere come, se non sei ancora seguita in tal senso, avere un punto di riferimento nel campo della salute sullo stile di vita da tenere è determinante la ricerca di un miglioramento della densità minerale ossea.
Intervenire con l’allenamento mirato e programmato nel tempo aumenta la forza muscolare che è direttamente proporzionale alla densità ossea. Se vuoi approfondire questa tematica dai un’occhiata alla nostra pagina dedicata ai percorsi di salute e rinascita.
Girano tanti falsi miti sulla categoria di farmaci dei bifosfonati, utili in caso di osteoporosi.
se ne sentono di tutti i colori..
Nella diretta di martedì prossimo chiariremo tutto ciò che devi sapere su questo.Con me ci sarà il Dott. Marco Lombardi – Medico specializzato in patologia clinica.
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Segui e fai le tue domande riceverai il link per assistere all’evento.
Spero che questo articolo ti sia servito per chiarire dubbi e sfatare qualche falso mito in merito alla terapia con i bifosfonati. L’articolo è divulgativo per cui non si sostituisce in nessun modo al parere medico che conosce il tuo caso nello specifico. Se hai delle necessità d’approndimento scrivici un’email all’indirizzo fitness40piu@gmail.com
Prima di salutarti ti invito a dare un’occhiata ad alcune delle fonti attraverso le quali puoi scendere nello specifico di quanto detto qua sopra. Forza e coraggio, perché l’osteoporosi può essere combattuta efficacemente, abbi fiducia. Sempre.
Fonti
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30444325/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18775204/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20541844/
https://www.societaitalianadiendocrinologia.it/public/pdf/articolo110.pdf
http://www.sefap.it/web/upload/GIFF2015-2_15_30.pdf
https://www.ordinemedici-go.it/wp-content/uploads/2014/11/BIFOSFONATI_DEPLIANT_UTENTE_24.06.pdf
https://www.ioveneto.it/wp-content/uploads/2016/09/IOV_Bifosfonati.pdf
https://www.simg.it/Riviste/rivista_simg/2012/05_2012/7.pdf