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Il teriparatide non è una delle cure alternative ai bifosfonati. Risulta uno dei farmaci per rigenerare le ossa.
Teriparatide è un farmaco anabolico osseo che rappresenta una delle poche terapie in grado di stimolare la formazione di nuovo tessuto osseo, a differenza dei comuni bifosfonati che si limitano a rallentare il riassorbimento.
Agisce direttamente sugli osteoblasti, stimolando la sintesi di nuovo osso. È l’unico farmaco approvato che non si limita a frenare il decadimento, ma promuove la ricostruzione dell’architettura scheletrica.
Il teriparatide è indicato per:
Negli studi clinici (Neer et al.), teriparatide nel trattamento osteoporosi post-menopausa ha ridotto:
È particolarmente utile nei casi in cui:
La durata massima della terapia è di 24 mesi, non rinnovabile per questo farmaco anabolico osseo. Questo perché studi di quanto dura il teriparatide su animali (ratti Fisher 344) hanno mostrato un rischio dose-dipendente di osteosarcoma — non confermato nell’uomo.
Il trattamento prevede:
Solo uno specialista in endocrinologia, reumatologia, geriatria o ortopedia può prescrivere il teriparatide in base a nota AIFA 79. Serve:
In Italia, il trattamento è soggetto a nota AIFA 79, che specifica i criteri clinici per il rimborso.
Il nostro medico è specialista nel metabolismo osseo socio SIOMMMS. (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro)
No, e questa è una delle più grandi confusioni tra i pazienti. Il teriparatide non è un bifosfonato. Anzi, è l’esatto opposto, tra le cure per osteoporosi grave con soluzioni efficaci.
Inoltre:
Ogni trattamento con teriparatide in Italia è vincolato a:
Uno studio italiano (PATT, 2013) ha dimostrato:
No, non ci sono prove scientifiche che il teriparatide causi un aumento di peso. Tuttavia, alcune persone possono avvertire:
Va distinta la sensazione soggettiva dal dato oggettivo: nessuno studio controllato ha riportato aumento ponderale come effetto collaterale.
Molte testimonianze confermano:
Tra gli effetti più riportati:
Tuttavia, alcune pazienti segnalano:
La chiave? Educazione + supporto costante = aderenza eccellente e risultati reali
Secondo lo studio pubblicato su Journal of Bone and Mineral Research (Andrews et al., 2012), dopo 7 anni di osservazione:
Altri dati chiave:
Lo dice l’esperienza clinica, lo confermano i dati reali: il trattamento con teriparatide, seguito da una terapia antiriassorbitiva mirata, non solo aumenta la densità minerale ossea, ma mantiene gli effetti positivi nel tempo.
Non parliamo solo di numeri: si tratta di una riduzione concreta e duratura del rischio di fratture, anche nei pazienti già trattati in precedenza.
E c’è di più. Lo studio conferma che il T-score dell’anca non è un indicatore affidabile del rischio fratturativo residuo nei pazienti trattati con farmaci anabolici.
Questo apre un nuovo scenario: serve guardare oltre i numeri e imparare a valutare anche la qualità ossea e la microarchitettura.
Gestire un paziente con fratture vertebrali recenti o multiple è complesso. Il dolore, la fragilità percepita, la paura di muoversi. È in questi casi che il teriparatide può fare la differenza. Non stiamo parlando di un “cerotto”. Parliamo di una spinta biologica alla rigenerazione ossea.
Ma per anni, le domande rimaste in sospeso erano tante: quanto durano i suoi effetti? Vale davvero la pena iniziare un trattamento così impegnativo?
Oggi abbiamo delle risposte. Lo studio pubblicato da Guyer et al. su Bone, su oltre 600 pazienti seguiti per quasi 20 anni, ci offre dati solidi e una visione clinica concreta.
Parliamo di 624 persone, in gran parte donne (87%), con un’età media di 67 anni. Il 32% non aveva mai assunto terapie antiriassorbitive prima. Il 68% aveva alle spalle una media di quasi 6 anni di trattamento.
Tutti i pazienti hanno iniziato il percorso con teriparatide dopo una frattura recente, soprattutto a livello vertebrale. Un dato che riflette bene la pratica clinica reale e i criteri di trattamento oggi in uso.
I dati parlano chiaro:
Nei pazienti mai trattati prima, il miglioramento si vede già durante la fase con teriparatide. Nei pretrattati, emerge soprattutto nella fase successiva, quando si passa alla terapia consolidante.
Prima del trattamento, la media fratturativa era drammatica:
Durante il trattamento, questa incidenza crolla, e rimane bassa anche fino a 8 anni dopo. Questo significa rompere un ciclo, ridurre l’ansia costante di “rompersi ancora”, e dare spazio a una qualità di vita migliore.
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Uno dei messaggi più potenti dello studio riguarda il T-score dell’anca totale: non è predittivo del rischio fratturativo nei pazienti trattati con teriparatide.
Perché? Perché il farmaco agisce in profondità, migliora la qualità dell’osso prima ancora che la densità. Migliora la struttura trabecolare. Riduce le microfratture silenti. E questi miglioramenti non sono visibili solo con la MOC, ma richiedono strumenti più evoluti di valutazione (TBS, REMS, esami biochimici specifici).
Lo studio conferma un approccio che noi utilizziamo da anni nei nostri percorsi di Medical Fitness 40+:
✅ Fase 1: costruzione – con teriparatide, per stimolare la formazione di osso nuovo
✅ Fase 2: consolidamento – con terapia antiriassorbitiva, per evitare che il nuovo osso venga perso
🕒 Dopo 5 anni, i miglioramenti si mantengono. Dopo 6 anni, possono iniziare a declinare lentamente. Ecco perché è importante il monitoraggio costante, la valutazione personalizzata e, in alcuni casi, ulteriori cicli terapeutici.
Posso usare il teriparatide se ho già fatto bifosfonati?
Sì, anzi, è indicato nei casi di fallimento dei bifosfonati.
È sicuro a lungo termine?
Sì, per un uso massimo di 24 mesi. Dopo serve un’altra terapia di mantenimento.
Serve la MOC per iniziare?
Assolutamente sì. Servono anche dati ematochimici e clinici documentati.
È rimborsato dal SSN?
Sì, se rispetta i criteri della Nota 79 AIFA.
Se hai l’osteoporosi e ti hanno prescritto solo calcio e vitamina D, forse è il momento di guardare oltre le soluzioni standard.
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