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Teriparatide per l’osteoporosi: la guida definitiva 2025
Cos’è il Teriparatide e come funziona
Il teriparatide non è una delle cure alternative ai bifosfonati. Risulta uno dei farmaci per rigenerare le ossa.
Teriparatide è un farmaco anabolico osseo che rappresenta una delle poche terapie in grado di stimolare la formazione di nuovo tessuto osseo, a differenza dei comuni bifosfonati che si limitano a rallentare il riassorbimento.
- Deriva dall’ormone paratiroideo umano ricombinante (PTH 1-34).
- Commercializzato principalmente come Forsteo® (in Italia) e Forteo® (in USA).
- È somministrato per via sottocutanea, una volta al giorno, in forma di penna pre-riempita da 20 microgrammi.
Meccanismo d’azione
Agisce direttamente sugli osteoblasti, stimolando la sintesi di nuovo osso. È l’unico farmaco approvato che non si limita a frenare il decadimento, ma promuove la ricostruzione dell’architettura scheletrica.
Indicazioni cliniche: chi può davvero trarne beneficio
A cosa serve il teriparatide
Il teriparatide è indicato per:
- Osteoporosi post-menopausale severa
- Osteoporosi maschile ad alto rischio fratturativo
- Osteoporosi indotta da glucocorticoidi
- Fratture vertebrali multiple o frattura di femore
Negli studi clinici (Neer et al.), teriparatide nel trattamento osteoporosi post-menopausa ha ridotto:
- del 65-69% il rischio di nuove fratture vertebrali
- del 53% il rischio di fratture non vertebrali.
È particolarmente utile nei casi in cui:
- I bifosfonati non funzionano o sono controindicati
- Il paziente ha una massa ossea molto compromessa
- Ci sia necessità di un’azione rapida e rigenerativa
Quanto dura la cura con teriparatide
La durata massima della terapia è di 24 mesi, non rinnovabile per questo farmaco anabolico osseo. Questo perché studi di quanto dura il teriparatide su animali (ratti Fisher 344) hanno mostrato un rischio dose-dipendente di osteosarcoma — non confermato nell’uomo.
Il trattamento prevede:
- Iniezione giornaliera da 20 mcg
- Monitoraggio di calcemia e funzionalità renale
- Al termine: passaggio a bifosfonati o denosumab per consolidare i guadagni di massa ossea ed evitare effetto rebound.
Chi prescrive il teriparatide
Solo uno specialista in endocrinologia, reumatologia, geriatria o ortopedia può prescrivere il teriparatide in base a nota AIFA 79. Serve:
- Diagnosi documentata
- Fratture vertebrali o rischio elevato
- Piano terapeutico (PT) attivo
In Italia, il trattamento è soggetto a nota AIFA 79, che specifica i criteri clinici per il rimborso.
Il nostro medico è specialista nel metabolismo osseo socio SIOMMMS. (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro)
Teriparatide o bifosfonati? Occhio alla confusione
No, e questa è una delle più grandi confusioni tra i pazienti. Il teriparatide non è un bifosfonato. Anzi, è l’esatto opposto, tra le cure per osteoporosi grave con soluzioni efficaci.
- I bifosfonati inibiscono il riassorbimento osseo (antiriassorbitivi).
- Il teriparatide costruisce nuovo osso (farmaco anabolico).
Inoltre:
- Non è associato a osteonecrosi della mandibola o fratture atipiche
- È spesso usato dopo fallimento o intolleranza ai bifosfonati
Quanto dura la terapia e cosa aspettarsi
Ogni trattamento con teriparatide in Italia è vincolato a:
- Prescrizione specialistica
- Piano Terapeutico AIFA online (durata 6 mesi, rinnovabile fino a 24 mesi)
- Controlli regolari ogni 6-12 mesi per monitorare effetti collaterali e compliance
Teriparatide in Italia: come ottenerlo davvero
Uno studio italiano (PATT, 2013) ha dimostrato:
- Persistenza della terapia all’87,5% a 12 mesi
- Aderenza del 100% nei pazienti seguiti regolarmente
Il teriparatide fa ingrassare?
No, non ci sono prove scientifiche che il teriparatide causi un aumento di peso. Tuttavia, alcune persone possono avvertire:
- Ritenzione idrica lieve
- Nausea o stanchezza iniziale, che può ridurre l’attività fisica
Va distinta la sensazione soggettiva dal dato oggettivo: nessuno studio controllato ha riportato aumento ponderale come effetto collaterale.
Teriparatide e osteoporosi: cosa dicono le pazienti
Molte testimonianze confermano:
- Riduzione di dolore lombare o dorsale
- Aumento della densità ossea (BMD) già dopo 6-9 mesi
- Maggiore fiducia nel movimento e miglior qualità della vita
Tra gli effetti più riportati:
- Miglioramento del T-score vertebrale e femorale, TBS e qualità ossea
- Diminuzione di nuove fratture
Tuttavia, alcune pazienti segnalano:
- Difficoltà nell’autoiniezione
- Leggeri capogiri post-somministrazione
La chiave? Educazione + supporto costante = aderenza eccellente e risultati reali
Studio scientifico aggiornato: i dati che non ti raccontano
Secondo lo studio pubblicato su Journal of Bone and Mineral Research (Andrews et al., 2012), dopo 7 anni di osservazione:
- Nessuna evidenza di aumento del rischio di osteosarcoma negli esseri umani trattati con teriparatide
Altri dati chiave:
- Il rischio fratturativo si riduce fino al 65%
- Il farmaco migliora la formazione del callo osseo in fratture complesse
- Studi su osteonecrosi mandibolare e fratture atipiche mostrano segni di rigenerazione ossea in pazienti trattati con teriparatide
Lo dice l’esperienza clinica, lo confermano i dati reali: il trattamento con teriparatide, seguito da una terapia antiriassorbitiva mirata, non solo aumenta la densità minerale ossea, ma mantiene gli effetti positivi nel tempo.
Non parliamo solo di numeri: si tratta di una riduzione concreta e duratura del rischio di fratture, anche nei pazienti già trattati in precedenza.
E c’è di più. Lo studio conferma che il T-score dell’anca non è un indicatore affidabile del rischio fratturativo residuo nei pazienti trattati con farmaci anabolici.
Questo apre un nuovo scenario: serve guardare oltre i numeri e imparare a valutare anche la qualità ossea e la microarchitettura.
Quando l’osteoporosi è grave, serve un cambio di marcia
Gestire un paziente con fratture vertebrali recenti o multiple è complesso. Il dolore, la fragilità percepita, la paura di muoversi. È in questi casi che il teriparatide può fare la differenza. Non stiamo parlando di un “cerotto”. Parliamo di una spinta biologica alla rigenerazione ossea.
Ma per anni, le domande rimaste in sospeso erano tante: quanto durano i suoi effetti? Vale davvero la pena iniziare un trattamento così impegnativo?
Oggi abbiamo delle risposte. Lo studio pubblicato da Guyer et al. su Bone, su oltre 600 pazienti seguiti per quasi 20 anni, ci offre dati solidi e una visione clinica concreta.
Chi sono i pazienti dello studio?
Parliamo di 624 persone, in gran parte donne (87%), con un’età media di 67 anni. Il 32% non aveva mai assunto terapie antiriassorbitive prima. Il 68% aveva alle spalle una media di quasi 6 anni di trattamento.
Tutti i pazienti hanno iniziato il percorso con teriparatide dopo una frattura recente, soprattutto a livello vertebrale. Un dato che riflette bene la pratica clinica reale e i criteri di trattamento oggi in uso.
Cosa è successo dopo la terapia con teriparatide?
I dati parlano chiaro:
- +0,876 T-score lombare: un incremento significativo della densità ossea che rimane stabile fino a 5 anni dopo il passaggio alla terapia di mantenimento.
- Miglioramenti anche al collo femorale (+0,182) e all’anca totale (+0,112).
- Aumento del TBS (Trabecular Bone Score): +0,047. Un segno che la microarchitettura ossea migliora davvero, non solo la densità.
Nei pazienti mai trattati prima, il miglioramento si vede già durante la fase con teriparatide. Nei pretrattati, emerge soprattutto nella fase successiva, quando si passa alla terapia consolidante.
Prima del trattamento, la media fratturativa era drammatica:
- 0,96 eventi vertebrali per anno
- quasi 1 frattura all’anno per paziente
Durante il trattamento, questa incidenza crolla, e rimane bassa anche fino a 8 anni dopo. Questo significa rompere un ciclo, ridurre l’ansia costante di “rompersi ancora”, e dare spazio a una qualità di vita migliore.
Leggi anche >>Regredire da osteoporosi a osteopenia: la storia di Antonella
Il dato che sorprende: il T-score dell’anca non basta
Uno dei messaggi più potenti dello studio riguarda il T-score dell’anca totale: non è predittivo del rischio fratturativo nei pazienti trattati con teriparatide.
Perché? Perché il farmaco agisce in profondità, migliora la qualità dell’osso prima ancora che la densità. Migliora la struttura trabecolare. Riduce le microfratture silenti. E questi miglioramenti non sono visibili solo con la MOC, ma richiedono strumenti più evoluti di valutazione (TBS, REMS, esami biochimici specifici).
Terapia sequenziale: la strategia vincente a lungo termine
Lo studio conferma un approccio che noi utilizziamo da anni nei nostri percorsi di Medical Fitness 40+:
✅ Fase 1: costruzione – con teriparatide, per stimolare la formazione di osso nuovo
✅ Fase 2: consolidamento – con terapia antiriassorbitiva, per evitare che il nuovo osso venga perso
🕒 Dopo 5 anni, i miglioramenti si mantengono. Dopo 6 anni, possono iniziare a declinare lentamente. Ecco perché è importante il monitoraggio costante, la valutazione personalizzata e, in alcuni casi, ulteriori cicli terapeutici.

Cosa deve portarsi a casa chi lavora in clinica?
- Il teriparatide funziona, anche a distanza di anni.
- Non serve solo nei naïve: dà beneficio anche nei già trattati.
- Il T-score dell’anca non basta più. Serve un’analisi più sofisticata del rischio.
- La terapia sequenziale per osteoporosi è la chiave nei pazienti più fragili.È una strategia che funziona. Che mantiene i risultati. Che può cambiare il decorso clinico di una paziente fragile.
FAQ reali dei nostri pazienti
Posso usare il teriparatide se ho già fatto bifosfonati?
Sì, anzi, è indicato nei casi di fallimento dei bifosfonati.
È sicuro a lungo termine?
Sì, per un uso massimo di 24 mesi. Dopo serve un’altra terapia di mantenimento.
Serve la MOC per iniziare?
Assolutamente sì. Servono anche dati ematochimici e clinici documentati.
È rimborsato dal SSN?
Sì, se rispetta i criteri della Nota 79 AIFA.
Hai già fatto tutto quello che ti hanno detto… ma nulla è cambiato?
Se hai l’osteoporosi e ti hanno prescritto solo calcio e vitamina D, forse è il momento di guardare oltre le soluzioni standard.
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