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Rinforzare il sistema immunitario in questo periodo dovrebbe essere una buona norma che chiunque dovrebbe seguire per evitare di essere sovraesposto all’insorgenza di malattie limitanti come il coronavirus.
L’ immunità del nostro corpo si divide in innata (aspecifica) e adattiva.
La prima agisce in prima linea contro i microorganismi, quella adattiva riconosce gli agenti patogeni attraverso cellule immunitarie antigene-specifiche. Sviluppano una cosidetta memoria verso gli agenti esterni.
Le due immunità agiscono ovviamente in modo sinergico.
L’infiammazione latente, subdola e cronica, nasce in realtà come un’arma del nostro organismo, ed è una risposta immediata al segnale di pericolo come microbi, patogeni o addirittura a lesioni.
Il sistema immunitario innato si attiva coinvolgendo recettori specifici. Dobbiamo ridefinire quindi l’infiammazione come quella risposta immunitaria atta a segnalare stimoli dannosi contro agenti patogeni, lesivi o stress metabolico.
L’infiammazione acuta proporzionale al danno è un fattore positivo. La risposta porta ad una risoluzione ed un ritorno all’omeostasi, ovvero al precedente equilibrio metabolico all’interno del nostro corpo.
Le cellule definite “proinfiammatorie” sono i macrofagi, attivati dalle citochine infiammatorie, e producono l’interleuchina 6.
La fase di risoluzione avviene con l’intervento delle citochine invece antinfiammatorie (Tregs, ThelperH17, CD8 con effetto immunosoppressivo, interleuchina 4, 10 e 2).
Quando l’infiammazione diventa secondaria, si attiva un processo ad una cascata che potrebbe portare a fenomeni fibrosi tipo la polmonite interstiziale, tipica del COVID-19.
Se la risposta immunitaria è scarsa, non riusciamo a distruggere i batteri e l’infiammazione diventa cronica, sregolando il sistema immunitario modulativo dello stress, che genera adattamento sconveniente.
Il nostro organismo sregolato così, nel cronico, l’effetto del cortisolo che diventa infiammatorio.
Le sregolazioni del sistema endocrino portano ad infiammazioni del sistema neuronale, oltre a rappresentare un autostrada per le patologie autoimmuni.
Il grasso viscerale l’elemento cardine
Il grasso viscerale è un misto di tessuto adiposo e di macrofagi, cellule che producono citochine infiammatorie. Con alto livello di grasso viscerale partiamo sempre svantaggiati: più studi hanno evidenziato come questo elemento sia determinante in termini di prevenzione alle malattie.
Notoriamente, l’uomo tende ad accumulare più grasso a livello viscerale rispetto alle donne.
Il grasso viscerale e la sarcopenia è un fattore molto importante, ancora di più dell’età, nella predizione dell’insorgenza di malattie croniche.
Se l’evento scatenante è la tempesta citochinica, e siamo già infiammati dal grasso viscerale, come arrivano i virus la malattia si propoga più velocemente.
Quando andiamo a sovralimentarci abbiamo un’ ipertrofia (aumento della grandezza) degli adipociti dovuta all’accumulo dei lipidi ed il tessuto adiposo è infiltrato da macrofagi che continuano a produrre citochine pro-infiammatorie.
L’autofagia difettosa indotta dai macrofagi induce una maggiore produzione di radicali liberi, gli ossidanti ed invecchianti cellulari per eccellenza.
I tessuti si danneggiano più velocemente e lo stress cellulare provocano disfunzioni mitocondriali importanti, mandando in ipossia la cellula, ovvero la mancanza di ossigeno.
L’ossigeno, è vita.
Questo meccanismo è collegato al processo di invecchiamento.
Oltre ai radicali liberi, che inducono la disfunzione mitocondriale ed un’infiammazione cronica abbiamo un’ulteriore infiammazione che, con l’invecchiamento, aumenta a sua volta.
Lavorare sulla prevenzione diventa fondamentale, perchè questo sistema degenerativo è un driver per le varie patologie croniche autoimmuni e chi più ne ha più ne metta.
Quali sono i fattori che regola l’infiammazione?
Lo stress cronico aumenta l’infiammazione. Altera la risposta del cortisolo, che rimane sempre elevato ed ha un effetto soppressivo sul sistema immunitario.
I feedback adattativi allo stress cronico esauriscono le ghiandole surrenali, che producono cortisolo oppure una resistenza ai segnali di produzione.
L’iporcortisolismo porta inevitabilmente ad una risposta del sistema immunitario particolarmente ridotta, e, come già detto, si parla di un effetto costante e continuo nel tempo.
Il sonno disturbato o eccessivo aumenta l’interleuchina 6 alterando la risposta antinfiammatoria abbassando automaticamente le difese.
L’acqua ha un effetto terapeutico antinfiammatorio, ovviamente meglio l’acqua idrogenata o purificata, che riescono a spegnere le infiammazioni grazie all’apporto di ossigeno alle cellule periferiche.
Diete low-carbo con bassi livelli di grasso ed alte proteine hanno un effetto antinfiammatorio importante, avendo dimostrato in più studi che apportano benefici sull’infiammazione sistemica (non locale quindi!).
La dieta vegetariana è stato dimostrato da 18 studi che dopo 2 anni c’è una riduzione leggera dell’infiammazione, ma non così rilevante.
Ricordo l’importanza di zinco e omega 3, dei quali è particolarmente scarsa questo tipo di dieta.
Dieta a basso contenuto di AGEs, prodotti glicati dal riscaldamento del cibo, fanno invecchiare velocemente aumentando i marker infiammatori.
La vitamina A e D3, potenti esponenzialmente presi insieme, il gruppo delle B ed i folati abbassano l’infiammazione diminuendo l’interleuchina 6, con effetto difensivo importante diminuendo l’attività infiammatoria dell’intestino permettendoti di rinforzare il tuo sistema immunitario.
Il CoenzimaQ10 è un grande antiossidante a livello mitocondriale. Dosi di 25-50mg a scopo preventivo si è visto che hanno un grande potere disinfiammante.
Il magnesio è molto importante per terapia di sostegno a livello immunitario, La curcumina idem.
Lo zinco è in grado di inibire la replicazione virale, diminuisce anche la durata di un semplice raffreddore, la vitamina C dei quali i benefici ormai sono estramamente conosciuti.
La vitamina C, se c’è una resistenza insulinica, fa fatica ad entrare nel sistema immunitario.
Ecco qua un altro legame con il grasso viscerale, la glicemia e l’obesità.
I sulfurafani, con l’acetil cisteina, hanno un grande effetto anti invecchiamento rinnovando la produzione di glutatione che aumenta le capacità del sistema immunitario con il loro potere detossificante.
La vitamina D3 è un potente agente anti infettivo producendo dei peptidi antimicrobici e predispone l’espressione di recettori che riconoscono i virus e sviluppano la risposta immunitaria adattiva.
La melatonina ti può aiutare a rinforzare il sistema immunitario sia stimolando il timo a produrre un maggiore numero di linfociti e sia limitando la produzione di cortisolo, dotato di potere immunosoppressivo. Ottimo antiossidante!
Ovvio, migliora anche il sonno, che abbiamo visto quanto sia importante.
Questo articolo spero ti sia piaciuto, spero che tu abbia compreso come poterti difendere meglio dall’insorgenza di malattie legate a tempeste infiammatorie.
Se vuoi approfondire, leggi anche il nostro articolo scritto tempo fa su le 5 vitamine che alzano le difese contro il coronavirus
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Docente AIF
Coach Antiaging – Counseling nutraceutico