Nerixia (bifosfonato): guida definitiva al farmaco che rigenera le ossa e riduce le fratture

Chi riceve una diagnosi di osteoporosi si sente spesso dire sempre le stesse cose: calcio, vitamina D, farmaci anti-riassorbitivi, un po’ di camminate. Ma la verità è che questo approccio rallenta appena la caduta, non ti rimette mai in piedi davvero.
Negli ultimi anni però è arrivato un farmaco che ha fatto parlare molto di sé: Nerixia (romosozumab), un anticorpo monoclonale che non solo frena la perdita ossea, ma stimola anche la formazione di nuovo tessuto. Una doppia azione che, se affiancata a un programma mirato di allenamento e nutrizione, può cambiare la traiettoria della malattia.

Meccanismo biochimico: come agisce Nerixia sull’osso

Per capire la portata rivoluzionaria di questo farmaco, dobbiamo entrare nella biochimica del rimodellamento osseo.

  • L’osso è vivo: continuamente osteoclasti (cellule che “mangiano osso”) e osteoblasti (cellule che lo costruiscono) lavorano in equilibrio.
  • Nella menopausa o in altre condizioni patologiche, gli osteoclasti prendono il sopravvento → la densità minerale crolla.
  • Nerixia è un anticorpo monoclonale anti-sclerostina.
    La sclerostina è una proteina prodotta dagli osteociti che blocca la via Wnt/β-catenina, cioè lo “switch molecolare” che dice agli osteoblasti di formare osso nuovo.
    Bloccare la sclerostina = riaccendere il segnale anabolico → più collagene I, più deposizione di idrossiapatite.
  • Ma non solo: romosozumab abbassa anche l’attività degli osteoclasti, quindi riduce il riassorbimento.

In termini semplici: Nerixia non solo ferma la fuga di calcio dalle ossa, ma costruisce mattone nuovo. È il primo farmaco con azione duale: anabolica + anti-riassorbitiva.

Cosa dicono gli studi clinici (analisi critica delle evidenze)

Trattiamo alcune meta-analisi e trial di riferimento. Ecco cosa emerge:

1. Studio FRAME (2016, più di 7000 donne in post-menopausa)

  • 12 mesi di Nerixia hanno portato a un aumento del 13% della densità lombare e del 6% al femore totale.
  • Riduzione del 73% di nuove fratture vertebrali già nel primo anno.

2. Studio (2021)

  • Confronto tra romosozumab e alendronato (bifosfonato classico).
  • Dopo 24 mesi, il rischio di fratture vertebrali era ridotto del 48% nel gruppo Nerixia.
  • Anche il rischio di fratture non vertebrali era ridotto del 19%.

3. Meta-analisi (2022, Frontiers in Medicine)

  • Conclusione: romosozumab è il farmaco più efficace per aumentare la densità minerale ossea in donne post-menopausa, soprattutto nei primi 12 mesi.
  • Vantaggio maggiore nella colonna lombare, ma significativo anche al femore prossimale.

4. Sicurezza

  • Nei trial è emerso un segnale di rischio cardiovascolare leggermente aumentato (eventi ischemici).
  • Per questo, oggi Nerixia non è raccomandato in donne con storia recente di infarto o ictus.
  • Altri effetti collaterali comuni: dolore articolare, cefalea, reazioni locali all’iniezione.

Leggi anche >>Regredire da osteoporosi a osteopenia: la storia di Antonella

L’approccio integrato: perché abbinarlo ai nostri Percorsi

Qui sta il punto che la medicina tradizionale spesso dimentica: Nerixia da solo non basta.
Il farmaco crea l’ambiente perfetto perché l’osso si ricostruisca, ma è l’esercizio meccanico mirato che dà il segnale quotidiano per depositare tessuto.

  • Allenamento contro resistenza → stimola la via Wnt/β-catenina, la stessa che Nerixia potenzia.
  • Vibrazioni e carichi osteogenici → amplificano il segnale osteoblastico.
  • Lavoro funzionale → riduce il rischio di cadute, quindi abbassa concretamente il rischio di frattura.

👉 In pratica: se Nerixia è il “fertilizzante biochimico”, l’allenamento è l’“acqua e il sole” che fanno crescere l’albero. Senza movimento, gran parte del potenziale resta sprecato.

Ascolta le parole di Silvia che è riuscita a regredire l’osteoporosi senza farmaci con il nostro percorso di Rinascita.

Dati e statistiche chiave

  • +13% densità minerale colonna lombare in 12 mesi (FRAME trial).
  • –73% nuove fratture vertebrali al primo anno.
  • –48% rischio fratture rispetto ad alendronato
  • +3-6% densità ossea al femore totale in un anno.
  • Segnale di rischio cardiovascolare: 2,5% vs 1,9% (romosozumab vs controllo).

Conclusione: la nuova frontiera dell’osteoporosi

Nerixia rappresenta un cambio di paradigma: per la prima volta non si parla solo di “frenare la caduta”, ma di ricostruire osso nuovo.
La sua forza è nella biochimica, ma la sua vera potenza si manifesta solo se inserito in un percorso integrato: nutrizione, integrazione, allenamento funzionale.

La differenza tra chi prende solo la fiala e chi costruisce un percorso completo è la stessa tra avere un terreno fertile lasciato incolto e piantare un giardino che rifiorisce.

Sezione FAQ – Le domande più frequenti

Che cos’è Nerixia?
Nerixia è il nome commerciale del romosozumab, un anticorpo monoclonale che stimola la formazione ossea e riduce il riassorbimento. È indicato per donne in post-menopausa con osteoporosi grave ad alto rischio di frattura.

Quanto dura la terapia con Nerixia?
Il protocollo standard è 12 mesi di iniezioni mensili sottocutanee. Dopo, si passa a un farmaco anti-riassorbitivo per consolidare i guadagni.

Come funziona Nerixia?
Blocca la sclerostina, una proteina che spegne gli osteoblasti. In questo modo riattiva la via Wnt/β-catenina, stimola collagene e deposizione di calcio. Contemporaneamente riduce l’attività degli osteoclasti.

Quali risultati posso aspettarmi?
Gli studi mostrano:

  • +13% densità ossea lombare in 12 mesi
  • –73% fratture vertebrali
  • –48% rischio fratture rispetto ad alendronato
  • +6% densità femorale
    Molte pazienti riportano anche miglioramento della mobilità e riduzione dei dolori articolari.

Chi può assumere Nerixia?
Donne in post-menopausa con osteoporosi severa e alto rischio fratturativo. È usato anche in alcune forme di osteoporosi maschile e da glucocorticoidi, ma l’indicazione ufficiale principale resta la donna post-menopausa.

Che risultati posso aspettarmi?
Dati medi: +10-15% di BMD lombare in un anno, riduzione delle fratture vertebrali del 70%. In combinazione con esercizio e nutrizione funzionale, i miglioramenti funzionali (dolore, mobilità, equilibrio) sono ancora più evidenti.

Serve continuare con calcio e vitamina D?
Sì: il farmaco stimola la formazione, ma se non ci sono i “mattoni” disponibili (calcio, vitamina D, magnesio, proteine) l’efficacia cala.

È meglio di altri farmaci per osteoporosi?
Nerixia è più potente di bifosfonati e denosumab nel primo anno. La differenza è che stimola la formazione ossea, mentre gli altri frenano solo la perdita. Tuttavia, dopo 12 mesi bisogna comunque passare a un anti-riassorbitivo.

Quali sono i rischi e gli effetti collaterali di Nerixia?

  • Possibile aumento del rischio cardiovascolare (infarto, ictus).
  • Non va prescritto a chi ha avuto eventi ischemici recenti.
  • Effetti comuni: dolori articolari, mal di testa, reazioni locali all’iniezione.

Quanto costa Nerixia? È rimborsato?
In Italia il farmaco è rimborsato dal SSN solo in casi di osteoporosi severa con alto rischio di fratture e specifici criteri. In altri casi il costo può superare diverse centinaia di euro al mese.

Si può assumere insieme ad allenamento e nutraceutici?
Assolutamente sì. Il farmaco prepara il terreno, ma allenamento funzionale con carichi progressivi + nutrizione ad alta densità + vitamina D e K2 amplificano i risultati e riducono il rischio reale di cadute e fratture.

Dopo Nerixia, l’osteoporosi è guarita?
No: l’osteoporosi è una condizione cronica che si può gestire e regredire , ma non “guarire” in senso assoluto. Nerixia può invertire il declino osseo, ma serve mantenere lo stile di vita corretto e la terapia di mantenimento.

Fonti scientifiche:

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