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L’osteoporosi è una malattia scheletrica caratterizzata da bassa massa ossea e alterazioni microarchitetturali che aumentano la fragilità ossea e il rischio di fratture.
Oggi, a causa del progresso scientifico e dell’invecchiamento della popolazione, il numero di persone affette da malattie croniche è aumentato considerevolmente e il trattamento di queste condizioni rappresenta un onere significativo per i sistemi sanitari.
Pertanto è importante concentrare l’attenzione sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce per ridurre le complicazioni e i costi socio-sanitari.
Negli ultimi anni, c’è stato un crescente interesse nell’identificare nuovi parametri e tecnologie capaci di diagnosticare l’osteoporosi e prevedere il rischio di fratture da fragilità in modo semplice ed economicamente sostenibile.
Tra le tecniche di imaging disponibili per la valutazione ossea troviamo la DEXA (Densitometria Ossea a Doppia Energia a Raggi X), il TBS (Trabecular Bone Score) e il REMS (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry).
Cos’è la DEXA
La DEXA è la tecnica di riferimento per la diagnosi di osteoporosi secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Misura la densità minerale ossea (BMD) definita come rapporto tra contenuto minerale osseo e superficie ossea esaminata (g/cm²). Questo esame è semplice, rapido e non invasivo, ed è il metodo più utilizzato e standardizzato per diagnosticare l’osteoporosi.
Come si interpreta una MOC
La tecnica Dual-energy X-ray Absorptiometry (DEXA) rappresenta il metodo gold standard, raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per la diagnosi dell’osteoporosi.
Questo esame quantifica la densità minerale ossea (BMD), calcolata come il rapporto tra il contenuto minerale e l’area ossea valutata (espressa in g/cm2).
In questo post voglio aiutarti a leggerla spiegandoti i valori da guardare in modo chiaro e semplice.
Benché la DEXA misuri la densità superficiale piuttosto che volumetrica, rimane il metodo preferenziale ad oggi per la sua precisione, accuratezza e minimale invasività.
Tipicamente, le aree ossee analizzate includono il femore e le vertebre lombari (da L1 a L4).
Preparazione all’esame per l’osteoporosi
Il giorno dell’esame puoi mangiare normalmente, ma dovresti evitare di prendere integratori di calcio per almeno 24 ore prima dell’esame. Indossa abiti comodi e larghi, evitando indumenti con cerniere, cinture o bottoni in metallo.
Potrebbe essere necessario rimuovere alcuni indumenti e/o indossare un camice per l’esame. Rimuovi gioielli, protesi dentarie mobili, occhiali e qualsiasi oggetto di metallo che potrebbe interferire con le immagini a raggi X.
Il macchinario DXA invia un fascio sottile e invisibile di raggi X a bassa dose con due picchi energetici distinti attraverso le ossa esaminate. Un picco è assorbito principalmente dai tessuti molli e l’altro dall’osso. La quantità di tessuto molle può essere sottratta dal totale, e ciò che rimane è la densità minerale ossea del paziente.
Quando fare il test della densità ossea
Secondo la National Osteoporosis Foundation, si raccomanda di effettuare uno screening della densità ossea se:
- Sei una donna di età pari o superiore a 65 anni o un uomo di età pari o superiore a 70 anni.
- Hai subito una frattura dopo i 50 anni.
- Sei una donna in menopausa con fattori di rischio o una donna in postmenopausa sotto i 65 anni con fattori di rischio.
- Sei un uomo di età compresa tra i 50 e i 69 anni con fattori di rischio.
Un test della densità ossea può essere necessario anche se hai:
- Una radiografia della colonna vertebrale che mostra una frattura o perdita ossea.
- Dolore alla schiena con una possibile frattura della colonna vertebrale.
- Perdita di altezza di 1 cm o più in un anno.
- Perdita totale di altezza di 3 cm dalla tua altezza originale.
Come si svolge la procedura diagnostica
L’esame DXA centrale, che misura la densità ossea dell’anca e della colonna vertebrale, prevede che il paziente si sdrai su un tavolo imbottito. Un generatore di raggi X si trova sotto il paziente e un dispositivo di imaging, o rilevatore, è posizionato sopra.
Per valutare la colonna vertebrale, le gambe del paziente sono sostenute su un box imbottito per appiattire il bacino e la colonna lombare. Per valutare l’anca, il piede del paziente è posizionato in un supporto che ruota l’anca verso l’interno. In entrambi i casi, il rilevatore passa lentamente sopra l’area, generando immagini su un monitor del computer.
Come interpretare i valori
Secondo l’OMS, i risultati della DEXA nel femore si classificano come di seguito:
- Valori normali con un T-score superiore a -1.0 ma inferiore a +2.5
- Valore di osteopenia (non è ancora definita malattia) con un T-score tra -1.0 e -2.5
- Valori di osteoporosi con un T-score inferiore a -2.5
- Valori di osteoporosi grave con un T-score inferiore a -2.5 accompagnato da una o più fratture da fragilità.
In pratica, quanto più negativo è il T-score, tanto maggiore è la fragilità ossea.
L’International Society for Clinical Densitometry (ISCD) ha ampliato questi criteri diagnostici, applicandoli a uomini e donne post-menopausali di età superiore ai 50 anni, non solo al femore ma anche alle vertebre lombari, al femore totale e, in alcuni casi, al terzo distale del radio.
Può essere importante per il medico utilizzare anche lo Z-score oltre che il T-score.
Le definizioni specifiche sono:
- inferiore al normale per l’età con uno Z-score inferiore a -2.0
- nel range normale per l’età con Z-score superiore a -2.0.
In presenza di fratture da traumi minori, si diagnostica osteoporosi grave, a prescindere dal T-score.
È importante precisare che l’OMS non raccomanda l’uso di aggettivi qualificativi per le diagnosi di osteopenia o osteoporosi, ad eccezione del termine “grave” per casi con fratture patologiche.
Attenzione dovrebbe essere data anche a valori di BMD insolitamente elevati, spesso risultanti da artefatti o condizioni patologiche rare, che possono essere erroneamente interpretati come normali.
La definizione di BMD elevata varia, ma alcuni specialisti suggeriscono un valore di Z-score o T-score superiore a +2 sia per la colonna vertebrale che per il femore.
Inoltre, è consigliato non ripetere la DEXA prima di 12-24 mesi, tranne in casi eccezionali.
Ci sono però problematiche comuni, lo sai?
Uno studio italiano ha rilevato che oltre il 90% degli esami densitometrici presenta errori di qualsiasi tipo.
La capacità predittiva della DEXA per il rischio di fratture è limitata in presenza di condizioni come il diabete mellito e l’acromegalia.
È cruciale che il medico valuti la valutazione critica dei valori di T-score, considerando potenziali errori e interferenze.
Il posizionamento dell’arto è fondamentale nella DEXA femorale, richiedendo che l’asse longitudinale del femore sia verticale e il piccolo trocantere sia leggermente visibile, segno di una corretta intrarotazione.
La MOC, mineralometria ossea computerizzata, utilizza i raggi X per analizzare la densità delle ossa.
È utile per identificare l’osteoporosi, valutare il rischio di fratture e monitorare la risposta al trattamento.
Benefici e rischi della DXA osteoporosi
Benefici:
- La densitometria ossea DXA è una procedura semplice, rapida e non invasiva.
- Non è necessaria l’anestesia.
- La quantità di radiazioni utilizzata è estremamente bassa.
- È attualmente il metodo migliore e più standardizzato per diagnosticare l’osteoporosi e stimare il rischio di fratture.
- La DXA è utilizzata per decidere se è necessario un trattamento e per monitorare gli effetti del trattamento.
Rischi:
- C’è sempre una leggera possibilità di cancro da eccessiva esposizione alle radiazioni, ma la dose utilizzata in questo esame è molto bassa.
- Le donne dovrebbero sempre informare il medico e il tecnico se sono incinte.
Le fratture osteoporotiche sono più comuni di attacchi di cuore, ictus o cancro al seno combinati. Le fratture dell’anca, in particolare, hanno tassi di mortalità molto elevati, quindi è fondamentale prevenire la prima frattura.
Come funziona la densitometria ossea?
Il macchinario DXA invia un fascio sottile e invisibile di raggi X a bassa dose con due picchi energetici distinti attraverso le ossa esaminate. Un picco è assorbito principalmente dai tessuti molli e l’altro dall’osso. La quantità di tessuto molle può essere sottratta dal totale, e ciò che rimane è la densità minerale ossea del paziente.
Quando fare il test della densità ossea
Secondo la National Osteoporosis Foundation, si raccomanda di effettuare uno screening della densità ossea se:
- Sei una donna di età pari o superiore a 65 anni o un uomo di età pari o superiore a 70 anni.
- Hai subito una frattura dopo i 50 anni.
- Sei una donna in menopausa con fattori di rischio o una donna in postmenopausa sotto i 65 anni con fattori di rischio.
- Sei un uomo di età compresa tra i 50 e i 69 anni con fattori di rischio.
Un test della densità ossea può essere necessario anche se hai:
- Una radiografia della colonna vertebrale che mostra una frattura o perdita ossea.
- Dolore alla schiena con una possibile frattura della colonna vertebrale.
- Perdita di altezza di 1 cm o più in un anno.
- Perdita totale di altezza di 3 cm dalla tua altezza originale.
Come si svolge la procedura diagnostica
L’esame DXA centrale, che misura la densità ossea dell’anca e della colonna vertebrale, prevede che il paziente si sdrai su un tavolo imbottito. Un generatore di raggi X si trova sotto il paziente e un dispositivo di imaging, o rilevatore, è posizionato sopra.
Per valutare la colonna vertebrale, le gambe del paziente sono sostenute su un box imbottito per appiattire il bacino e la colonna lombare. Per valutare l’anca, il piede del paziente è posizionato in un supporto che ruota l’anca verso l’interno. In entrambi i casi, il rilevatore passa lentamente sopra l’area, generando immagini su un monitor del computer.
L’International Society for Clinical Densitometry (ISCD) ha ampliato questi criteri diagnostici, applicandoli a uomini e donne post-menopausali di età superiore ai 50 anni, non solo al femore ma anche alle vertebre lombari, al femore totale e, in alcuni casi, al terzo distale del radio.
Può essere importante per il medico utilizzare anche lo Z-score oltre che il T-score.
Le definizioni specifiche sono:
- inferiore al normale per l’età con uno Z-score inferiore a -2.0
- nel range normale per l’età con Z-score superiore a -2.0.
In presenza di fratture da traumi minori, si diagnostica osteoporosi grave, a prescindere dal T-score.
È importante precisare che l’OMS non raccomanda l’uso di aggettivi qualificativi per le diagnosi di osteopenia o osteoporosi, ad eccezione del termine “grave” per casi con fratture patologiche.
Attenzione dovrebbe essere data anche a valori di BMD insolitamente elevati, spesso risultanti da artefatti o condizioni patologiche rare, che possono essere erroneamente interpretati come normali.
La definizione di BMD elevata varia, ma alcuni specialisti suggeriscono un valore di Z-score o T-score superiore a +2 sia per la colonna vertebrale che per il femore.
Inoltre, è consigliato non ripetere la DEXA prima di 12-24 mesi, tranne in casi eccezionali.
Ci sono però problematiche comuni, lo sai?
Uno studio italiano ha rilevato che oltre il 90% degli esami densitometrici presenta errori di qualsiasi tipo.
La capacità predittiva della DEXA per il rischio di fratture è limitata in presenza di condizioni come il diabete mellito e l’acromegalia.
È cruciale che il medico valuti la valutazione critica dei valori di T-score, considerando potenziali errori e interferenze.
Il posizionamento dell’arto è fondamentale nella DEXA femorale, richiedendo che l’asse longitudinale del femore sia verticale e il piccolo trocantere sia leggermente visibile, segno di una corretta intrarotazione.
La MOC, Mineralometria Ossea Computerizzata, utilizza i raggi X per analizzare la densità delle ossa.
È utile per identificare l’osteoporosi, valutare il rischio di fratture e monitorare la risposta al trattamento.
Questo esame è particolarmente raccomandato per le donne in fase post menopausa (anche prima se volendo).
Benefici e rischi della DXA osteoporosi
Benefici:
- La densitometria ossea DXA è una procedura semplice, rapida e non invasiva.
- Non è necessaria l’anestesia.
- La quantità di radiazioni utilizzata è estremamente bassa.
- È attualmente il metodo migliore e più standardizzato per diagnosticare l’osteoporosi e stimare il rischio di fratture.
- La DXA è utilizzata per decidere se è necessario un trattamento e per monitorare gli effetti del trattamento.
Rischi:
- C’è sempre una leggera possibilità di cancro da eccessiva esposizione alle radiazioni, ma la dose utilizzata in questo esame è molto bassa.
- Le donne dovrebbero sempre informare il medico e il tecnico se sono incinte.
Le fratture osteoporotiche sono più comuni di attacchi di cuore, ictus o cancro al seno combinati. Le fratture dell’anca, in particolare, hanno tassi di mortalità molto elevati, quindi è fondamentale prevenire la prima frattura.
Pro e Contro della DEXA pro:
- Standardizzata e ampiamente disponibile.
- Non invasiva e a bassa dose di radiazioni.
Contro:
- Sensibile agli artefatti come calcificazioni aortiche e osteoartrite che possono falsare i risultati.
- Limitata accuratezza in pazienti con deformità della colonna vertebrale o chirurgia precedente.
TBS (Trabecular Bone Score)
Cos’è il TBS? Il TBS è un metodo che valuta la qualità dell’osso, andando oltre la semplice densità minerale misurata dalla DEXA. Fornisce informazioni sulla microarchitettura ossea e aiuta a comprendere meglio il rischio di frattura.
Come si Legge un TBS? Il TBS è un valore derivato dall’analisi delle immagini DEXA. Un TBS alto indica una buona qualità ossea, mentre un TBS basso suggerisce una microarchitettura ossea deteriorata, aumentando il rischio di fratture.
Pro e Contro del TBS Pro:
- Fornisce una valutazione della qualità ossea.
- Può migliorare la previsione del rischio di frattura quando utilizzato insieme alla DEXA.
Contro:
- Non sempre modifica le decisioni terapeutiche.
- Non ampiamente disponibile quanto la DEXA.
Uso Clinico del TBS
Il TBS è indicato per la valutazione del rischio di frattura in uomini e donne, per l’inizio e il monitoraggio del trattamento nell’osteoporosi postmenopausale, e per la valutazione del rischio di frattura nell’osteoporosi secondaria. È utile anche nel monitoraggio del trattamento con agenti anabolici e denosumab a lungo termine .
Evidenze scientifiche
La letteratura scientifica ha mostrato che il TBS migliora la previsione del rischio di frattura sia nell’osteoporosi primaria che secondaria. Ad esempio, uno studio del 2015 ha concluso che il TBS predice il rischio di frattura dell’anca e delle principali fratture osteoporotiche indipendentemente dalla BMD e dai fattori di rischio clinici. Studi successivi hanno confermato l’utilità del TBS per la valutazione del rischio di frattura nei pazienti con diabete di tipo 2 e altre condizioni .
Un esempio rilevante è uno studio del 2020 condotto da Caffarelli et al., che ha confrontato DXA e TBS nella valutazione dello stato osseo in 90 donne affette da diabete di tipo 2 e in 90 controlli sani. I risultati hanno mostrato che il TBS era più sensibile della DXA nella classificazione delle donne diabetiche come osteoporotiche, suggerendo che il TBS può offrire una migliore valutazione della fragilità ossea nei pazienti con diabete .
L’integrazione del TBS con la DXA e altri strumenti clinici come FRAX fornisce un quadro più completo della salute ossea e del rischio di frattura. Questo approccio può migliorare la diagnosi e la gestione dell’osteoporosi, offrendo ai clinici un ulteriore strumento per prendere decisioni terapeutiche informate e monitorare l’efficacia del trattamento nel tempo .
Diversi studi trasversali hanno esaminato come il TBS possa prevedere le fratture della fragilità. Tutti gli studi hanno riscontrato che il TBS potrebbe potenzialmente integrare l’BMD nella previsione delle fratture da fragilità. La maggior parte degli studi riassunti sono stati condotti su donne in postmenopausa. È stato riscontrato che coloro con TBS basso avevano un rischio di frattura 1,5 volte maggiore rispetto a coloro con TBS normale. Inoltre, è stato riscontrato che il TBS prevedeva sia le fratture vertebrali che le principali fratture osteoporotiche.
REMS (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry)
Cos’è il REMS? Il REMS è una tecnologia non ionizzante che utilizza segnali ecografici a radiofrequenza per valutare la densità e la qualità ossea. È particolarmente utile in casi di osteoporosi secondaria dove la BMD può essere normale ma il rischio di frattura è comunque alto.
Come si Legge un REMS? Il REMS misura la densità ossea e fornisce un punteggio di fragilità. I dati vengono confrontati con modelli spettrali di riferimento, fornendo una stima della BMD e classificazioni diagnostiche di sano, osteopenico o osteoporotico.
Pro e Contro del REMS Pro:
- Non utilizza radiazioni ionizzanti.
- Può superare gli artefatti comuni che influenzano la DEXA.
- Portatile e facile da usare.
Contro:
- Meno studiato e meno disponibile rispetto alla DEXA.
- Necessita di ulteriore validazione clinica.
Le scansioni DXA di routine clinica sono spesso eseguite con scarsa aderenza alle linee guida della International Society for Clinical Densitometry (ISCD), con il risultato che più del 90% dei rapporti DXA presenta errori dipendenti dall’operatore.
Una possibilità per superare le limitazioni della DXA potrebbe essere rappresentata dalla tecnologia Multi Spettrometria ecografica a radiofrequenza (REMS), un approccio non ionizzante per la diagnosi dell’osteoporosi basato su un’acquisizione ecografica del collo femorale e/o della colonna lombare.
Ogni scansione dura 80 secondi per l’esame della colonna lombare e 40 secondi per l’esame del collo femorale, seguita da un tempo di elaborazione automatica di circa 1-2 minuti.
Il costo medio per un esame REMS è di circa 80€, come mostrato nello studio di Health Technology Assessment (HTA) sulla diagnosi dell’osteoporosi con REMS. Un rigoroso addestramento dedicato è fornito all’operatore per l’uso del dispositivo che implementa la tecnologia REMS.
La tecnologia REMS è stata clinicamente validata attraverso studi clinici multicentrici e presentata in un documento di consenso dalla European Society for Clinical and Economic Aspects of Osteoporosis, Osteoarthritis and Musculoskeletal Diseases (ESCEO) come una tecnologia preziosa per la diagnosi dell’osteoporosi e la stima del rischio di frattura.
La BMD valutata tramite REMS ha mostrato correlazioni significative con i valori corrispondenti misurati da DXA. È stata dimostrata un’elevata concordanza tra le diagnosi basate su REMS e DXA quando entrambi gli esami sono eseguiti correttamente secondo le linee guida, con la capacità di discriminare i soggetti osteoporotici da quelli non osteoporotici e una buona prestazione nell’identificazione di pazienti con o senza fratture da fragilità incidenti. Questi studi di validazione hanno coinvolto pazienti di sesso femminile, comprese donne in postmenopausa di età compresa tra 51 e 70 anni o donne di età compresa tra 30 e 90 anni.
La DEXA, il TBS e il REMS offrono diverse prospettive nella valutazione della salute ossea. Mentre la DEXA rimane il gold standard per la diagnosi di osteoporosi, il TBS e il REMS forniscono informazioni aggiuntive sulla qualità ossea e possono migliorare la valutazione del rischio di frattura. Integrare queste tecnologie può fornire una visione più completa della salute ossea, aiutando a prevenire e trattare efficacemente l’osteoporosi.
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Conclusione
Mantenere la densità ossea è fondamentale per prevenire fratture e altri problemi legati all’osteoporosi. Attraverso una combinazione di nutrizione specie specifica, esercizio fisico appropriato e un’adeguata supplementazione, è possibile mantenere la salute delle ossa anche in età avanzata. I nostri percorsi di rinascita sono progettati per supportarti in ogni fase, assicurandoti di avere tutte le risorse e il supporto necessari per mantenere ossa forti e sane.
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Guarda la testimonianza di Marisa che, dopo 12 mesi di percorso, è riuscita a passare da osteoporosi a osteopenia.