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ACIDOSI METABOLICA ED INTERAZIONI CON LA SALUTE DELL’OSSO
PREMESSA DOVEROSA.. COSA SONO GLI ACIDI?
La definizione, tuttora esistente, risale al chimico danese Johann Nicolaus Bronsted (1879-1947), che definì acide quelle sostanze in grado di donare delle particelle di carica positiva (protoni) in una soluzione acquosa.
Cosa sono le basi?
Dal 1923, secondo Bronsted, le basi vennero chimicamente definite sostanze in grado di assimilare protoni (particelle di carica positiva).
Da noi, invece, è diventato comune il termine di derivazione araba “alcalino”, in quanto, queste sostanze odorano di sapone.
I termini “base”, “alcalino” e “soluzione alcalina” vengono utilizzati indifferentemente.
Che cosa è il pH? Il valore pH è l’unità di misura che definisce se una soluzione è acida o basica; si ottiene misurando la concentrazione di ioni idrogeno.
Più la concentrazione di ioni idrogeno è alta, maggiore sarà il grado di acidità.
Come dovrebbe essere il valore pH di una persona sana?
Tutti gli organi e i fluidi corporei sono diversamente “specializzati” e necessitano di un valore pH diverso per poter adempiere agevolmente ai propri compiti.
Anche gli enzimi (proteine che accelerano le reazioni biochimiche) necessitano di diversi valori pH a seconda della parte del corpo in cui agiscono: gli enzimi nello stomaco hanno bisogno di un valore pH acido, quelli nell’intestino tenue di un valore pH basico.
Che cos’è l’equilibrio acido-base?
Con il termine equilibrio acido-base ci si riferisce ad uno dei più importanti sistemi di regolazione dell’organismo, cioè l’insieme di tutti i meccanismi e sistemi tampone che intervengono/lavorano affinché il rapporto acido-base dell’organismo si mantenga in equilibrio.
Quali sono i compiti dell’equilibrio acido-base?
Il compito principale dell’equilibrio acido-base è quello di mantenere stabile il pH di un ambiente corporeo, così che le operazioni biochimiche/metaboliche di vitale importanza possano funzionare in modo ottimale.
Il pH ematico deve avere un valore stabile.
Anche il valore del pH nelle cellule del nostro corpo deve essere stabile e non deve essere sottoposto ad eccessive variazioni.
Gli enzimi, indispensabili per le operazioni metaboliche di vitale importanza, possono svolgere il proprio lavoro solo in presenza di determinati valori di pH.
Il nostro organismo è quindi orientato a mantenere, in qualsiasi condizione, stabile e costante il valore del pH nel sangue e nelle cellule degli organi.
Anche i differenti organi, i tessuti e le cavità (quali quelle dello stomaco e dell’intestino, la vescica e la cistifellea) hanno bisogno di precisi valori del pH, i cui limiti, però, non sono così rigidi come quelli del sangue.
Per garantire tutto ciò, il corpo utilizza diversi sistemi tampone.
Cosa sono i sistemi tampone?
In relazione all’equilibrio acido-base i tamponi sono l’insieme delle sostanze chimiche in grado di trattenere gli acidi o le basi; i tamponi legano a sé gli acidi o le basi, rendendoli innocui, cioè neutralizzandoli.
Grazie a questa capacità, i sistemi tampone fanno in modo che l’ambiente corporeo non diventi né troppo acido né troppo basico mantenendo stabile il valore del pH, a seconda della necessità dei vari organi e tessuti.
I tamponi intervengono quando c’è eccedenza di basi o, al contrario, di acidi, per riportare il pH al valore ottimale.
ORA VEDIAMO COSA SUCCEDE NELLA PRATICA
I regimi dietetici tipici occidentali tendono ad indebolire le strutture ossee della popolazione.
In alcuni studi come quelli che trovi in fondo, si è visto che una dieta ricca di alimenti e bevande acidificanti incrementano il rischio di sviluppare osteoporosi, indebolendo la struttura ossea con grave rischio di sviluppare fratture molto invalidanti nelle persone anziane.
Diverse evidenze scientifiche mostrano correlazione tra osteoporosi, dieta sbilanciata ed acidosi metabolica: un’acidosi metabolica indotta dalla dieta è riconosciuta come un fattore fisiopatologico nello sviluppo dell’osteoporosi; esiste una correlazione lineare tra eliminazione di calcio e acidosi.
Maggiore è l’acidosi, infatti, superiore sarà la perdita di calcio dalle ossa.
Circa il 98% del calcio e il 75% del fosfato si trovano nelle ossa. Una di queste funzioni è proprio legata all’acidosi metabolica: quando l’organismo accumula scorie acide in eccesso che non riesce ad eliminare con i propri sistemi tampone fisiologici, l’osso interviene rilasciando bicarbonati per esempio, dei veri e propri “tamponi”; l’emergenza acidosi viene risolta al momento, ma il prezzo da pagare è un significativo indebolimento del tessuto osseo.
E’ proprio questo continuo processo che, nel tempo, facilita l’insorgenza di patologie quali l’osteopenia e l’osteoporosi.
Con il passare degli anni, la condizione di acidosi metabolica tende ad aumentare mentre le capacità di contrastarle, da parte dell’organismo, diminuiscono.
Il rene comincia a funzionare meno, gli squilibri ormonali, tipici, per esempio, della donna in menopausa, con la caduta estrogenica, causano ulteriori problemi; l’intervento del tessuto osseo è sempre più significativo.
L’acidosi tissutale e l’intervento “d’emergenza” del tessuto osseo, non riguardano però solo la terza età; una cattiva alimentazione con un alto carico acido, lo stress, l’eccessiva sedentarietà o l’intenso allenamento sportivo e l’uso protratto di farmaci, sono tutte situazioni che incrementano l’acidosi e costringono il tessuto osseo ad intervenire a tutte le età per riportare l’equilibrio.
COME CI SI ACCORGE DI QUESTO PROCESSO?
L’eccessiva presenza di calcio nelle urine è un chiaro indicatore che l’osso sta rilasciando minerali di calcio per tamponare l’acidosi in corso e si sta, quindi, indebolendo. Esami più precisi però, come quelli che vi prescrive il medico su parametri metabolici come i livelli di calcio, paratormone, etc sono ben più precisi.
Tra i cibi acidificanti troviamo la carne, il pollame, i salumi, il formaggio fresco e stagionato, lo yogurt, i prodotti a base di farinacei ed i dolci.
Molti alimenti, pur essendo acidificanti, sono indispensabili e non devono assolutamente essere eliminati in quanto fonte essenziale di proteine e vitamine; il loro apporto acidificante deve, però, essere compensato con l’assunzione di alimenti a contenuto alcalinizzante.
Chiaramente mettersi in mano a un professionista della nutrizione, che vi riorganizza i pasti insegnandovi come bilanciare i nutrienti, sarebbe l’ideale.
Un esempio di bilanciamento: per compensare l’acidosi derivante da 100 g di manzo, sarà necessario consumare 250 g di cavolfiore oppure 300 g di piselli freschi.
I problemi che spesso riscontro sono la totale disconoscenza del valore biologico e della composizione nutrizionale degli alimenti, troppe persone pensano che una dieta o uno schema alimentare senza grammature particolari possa andare bene per tutti.
Per questo in campo alimentare tendo sempre a privilegiare l’educazione alimentare a qualsiasi altra regola legata a fogli scritti o altro.
Quando vai da un medico, lui ti prescrive un farmaco e un dose esattamente in modo preciso per la tua situazione. Non è la stessa cosa quando si parla di alimentazione?
Ecco qui che risparmiare un centinaio d’euro oggi facendo un fai da te risulta essere più dispendioso alla lunga rispetto ai soldi che vai a spendere poi per curarti in futuro.
La conoscenza genera salute, l’ignoranza intesa come non conoscenza invece malattia.
Ti lascio qua qualche studio in merito, anche se ce ne sono un’infinità.
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Se vuoi approfondire invece vai qua.
Un abbraccio!
Dr. Davide Teggi
fondatore FITNESS 40+ / allenamentoperlatiroide.com
dottore magistrale in nutrizione umana e scienze motorie
Responsabile docenti AIF